Consigli di viaggio
Bologna da vivere
Bologna simpatica a tutti, Bologna che tutti conoscono, amano, sognano, rimpiangono. Se c’è una città che ci ha riempito di passione e ancora può farlo è proprio Bologna. Bologna è forte in cose che capiamo e amiamo al volo, materiali e sublimi come il cibo, le torri, la giocosità, le canzoni e le ribellioni, ma anche la vita tranquilla e il saper ridere, un'arte che in questi giorni può essere un bene davvero indispensabile.
Sfogliamo insieme la gallery dei più bei scorci di Bologna!
Bologna, piazza Maggiore
PIAZZA MAGGIORE
Ogni visita a Bologna deve partire da qui, da questa piccola porzione di città, meraviglia storico-artistica dove gli stessi bolognesi finiscono per ritrovarsi costantemente. È il vero simbolo cittadino, non per gli edifici che ospita ma per il vuoto in mezzo che si riempie di bolognesi. Non ci sono equivoci, dirsi “ci vediamo in centro” vuol dire vedersi alla statua del Nettuno o sul “crescentone”.
Ogni visita a Bologna deve partire da qui, da questa piccola porzione di città, meraviglia storico-artistica dove gli stessi bolognesi finiscono per ritrovarsi costantemente. È il vero simbolo cittadino, non per gli edifici che ospita ma per il vuoto in mezzo che si riempie di bolognesi. Non ci sono equivoci, dirsi “ci vediamo in centro” vuol dire vedersi alla statua del Nettuno o sul “crescentone”.
Bologna, San Luca e i suoi portici
SAN LUCA E I SUOI PORTICI
Dall’arco del Meloncello, in via Saragozza, si può vivere una delle esperienze imperdibili in una visita a Bologna: l’ascesa al santuario della Madonna di San Luca sul colle della Guardia. A voi la scelta! Si può salire comodamente con un minibus o con un mezzo privato, oppure fare quello che in città fanno da secoli: salire a piedi, sotto la protezione del portico. Per i monaci percorrere pregando quasi 300 metri sotto le intemperie non era raccomandabile, ecco dunque nascere l’idea del portico con le sue piccole cappelle. Uno spettacolo di geometria e prospettiva animato da una successione di ben 666 archi.
Dall’arco del Meloncello, in via Saragozza, si può vivere una delle esperienze imperdibili in una visita a Bologna: l’ascesa al santuario della Madonna di San Luca sul colle della Guardia. A voi la scelta! Si può salire comodamente con un minibus o con un mezzo privato, oppure fare quello che in città fanno da secoli: salire a piedi, sotto la protezione del portico. Per i monaci percorrere pregando quasi 300 metri sotto le intemperie non era raccomandabile, ecco dunque nascere l’idea del portico con le sue piccole cappelle. Uno spettacolo di geometria e prospettiva animato da una successione di ben 666 archi.
Bologna, Le due torri
LE DUE TORRI
Che le due torri siano il simbolo di Bologna è sicuro, né potrebbe essere altrimenti. Bologna è stata un tempo celebre nel mondo per le tante torri, oggi ne sfoggia ancora due eccezionali, una di fianco all’altra: quella degli Asinelli e la Garisenda. La prima, altissima, è un prodigio della tecnica costruttiva, la seconda mozza e pendente è un prodigio e basta… da sempre tutti si chiedono come diavolo faccia a reggere ancora!
Che le due torri siano il simbolo di Bologna è sicuro, né potrebbe essere altrimenti. Bologna è stata un tempo celebre nel mondo per le tante torri, oggi ne sfoggia ancora due eccezionali, una di fianco all’altra: quella degli Asinelli e la Garisenda. La prima, altissima, è un prodigio della tecnica costruttiva, la seconda mozza e pendente è un prodigio e basta… da sempre tutti si chiedono come diavolo faccia a reggere ancora!
Bologna e i suoi canali nascosti
UNA CITTA' D'ACQUA?
“Un tempo qui era tutta acqua”, e non è una battuta. È uno dei tanti segreti di Bologna. Sì, sotto un paesaggio urbano che tutti conosciamo si nasconde una piccola grande Venezia, una città tagliata da fiumi e canali. Il segreto è “tombato” sotto terra dalla fine dell’800, ma in centro esistono ancora pochi punti dove le acque rivedono il sole: in via Piella, in via Malcontenti e in via Capo di Lucca.
“Un tempo qui era tutta acqua”, e non è una battuta. È uno dei tanti segreti di Bologna. Sì, sotto un paesaggio urbano che tutti conosciamo si nasconde una piccola grande Venezia, una città tagliata da fiumi e canali. Il segreto è “tombato” sotto terra dalla fine dell’800, ma in centro esistono ancora pochi punti dove le acque rivedono il sole: in via Piella, in via Malcontenti e in via Capo di Lucca.
Bologna, Tortellini, tagliatelle e lasagne… quanta passion
A TAVOLA, CHE PASSIONE
Già dagli anni Settanta, l’Accademia Italiana della cucina e la Confraternita del Tortellino (e furono lungimiranti) depositarono presso la camera di commercio di Bologna le ricette ufficiali di alcuni piatti tipici bolognesi, come il ripieno dei tortellini, la tagliatella, il ragù, le lasagne verdi, il friggione, la cotoletta e il gran fritto alla bolognese. Una festa per il palato, un brivido per le coronarie e un argine invalicabile al fast food. Come disse l’Artusi “quando incontrate la cucina bolognese fate una riverenza, ché se la merita”.
Già dagli anni Settanta, l’Accademia Italiana della cucina e la Confraternita del Tortellino (e furono lungimiranti) depositarono presso la camera di commercio di Bologna le ricette ufficiali di alcuni piatti tipici bolognesi, come il ripieno dei tortellini, la tagliatella, il ragù, le lasagne verdi, il friggione, la cotoletta e il gran fritto alla bolognese. Una festa per il palato, un brivido per le coronarie e un argine invalicabile al fast food. Come disse l’Artusi “quando incontrate la cucina bolognese fate una riverenza, ché se la merita”.
Bologna, a ognuno i suoi colli
A OGNUNO I SUOI COLLI
I parchi dei colli non hanno recinti, confini e strutture, perche a Bologna ognuno ha i “suoi” colli e ognuno può consigliare al visitatore il “suo” itinerario, ricco di punti di riferimento materiali e del cuore. Qui è tutto un susseguirsi di accenni a luoghi, posti di ristoro magari chiusi da anni e scorci naturali: il curvone, il Nonno, la Felina, quel laghetto, prima della salita, la casa abbandonata, dopo tutte quelle curbe, la chiesina...“hai presente no?!”.
Bologna, l'Archiginnasio
L'ARCHIGINNASIO
Passeggiando sotto il portico del Pavaglione, si arriva all’Archiginnasio. Oggi è una delle più importanti biblioteche pubbliche della città, ma l’Archiginnasio nasce il 1563 per volere di papa Pio IV come sede stabile e unificata delle scuole del diritto e delle arti dell’Università bolognese. Gran parte degli spazi è occupato dalle strutture della biblioteca, e visitarla è l’occasione per rimanere sbalorditi davanti al meraviglioso cortile a doppio loggiato, che è stato per secoli teatro di eventi pubblici molto partecipati e a volte pittoreschi (come la preparazione della teriaca, medicamento utile contro ogni male!).
Davvero da non perdere (al piano superiore) l’impressionante teatro anatomico che dal 1649 ospitava le lezioni di anatomia. Qui intorno al 1315 si iniziarono a praticare le prime autopsie a scopo didattico.
Bologna, la basilica di San Petronio
LA BASILICA DI SAN PETRONIO
È la chiesa più grande di Bologna, la più nota, la più amata e ricchissima di capolavori, ma non è la cattedrale della città. San Petronio, dedicata al santo patrono della città, è un capolavoro del gotico di cui la prima pietra viene posata il 7 giugno 1390. Dopo vari tentativi di renderla ambiziosamente la Basilica più grande del mondo, è nel 1659 che, esauriti i fondi, la fabbrica di San Petronio chiude, consegnando alla storia la basilica “monca” che vediamo oggi. Dentro tre navate e 22 cappelle tutte da visitare; dal 1894 si può accedere al Museo di San Petronio.
È la chiesa più grande di Bologna, la più nota, la più amata e ricchissima di capolavori, ma non è la cattedrale della città. San Petronio, dedicata al santo patrono della città, è un capolavoro del gotico di cui la prima pietra viene posata il 7 giugno 1390. Dopo vari tentativi di renderla ambiziosamente la Basilica più grande del mondo, è nel 1659 che, esauriti i fondi, la fabbrica di San Petronio chiude, consegnando alla storia la basilica “monca” che vediamo oggi. Dentro tre navate e 22 cappelle tutte da visitare; dal 1894 si può accedere al Museo di San Petronio.
Bologna di osterie, canzoni e... fuorisede
C’ERANO UNA VOLTA... LE OSTERIE
Il Sole, l’Orso, l’Aquila negra e molti altri banconi e tavoli adorati dai bolognesi hanno raccolto pagine di storia popolare della "grassa”. Le osterie tradizionali erano caratterizzate da pochi piatti, spesso “forti” per appagare l’appetito dei lavoratori... la pasta e fagioli, le polpette, le frittate, l’umido, il friggione. Negli anni '60 e '70 muratori e maestranze si scansarono un po’ per fare spazio a cantautori e intellettuali. Oggi nelle osterie fanno musica solo i professionisti e sono pochi gli osti che preservano la tradizione gastronomica bolognese. Chi non manca mai sono gli universitari fuori sede, un esercito dalla forchetta buonissima.
Il Sole, l’Orso, l’Aquila negra e molti altri banconi e tavoli adorati dai bolognesi hanno raccolto pagine di storia popolare della "grassa”. Le osterie tradizionali erano caratterizzate da pochi piatti, spesso “forti” per appagare l’appetito dei lavoratori... la pasta e fagioli, le polpette, le frittate, l’umido, il friggione. Negli anni '60 e '70 muratori e maestranze si scansarono un po’ per fare spazio a cantautori e intellettuali. Oggi nelle osterie fanno musica solo i professionisti e sono pochi gli osti che preservano la tradizione gastronomica bolognese. Chi non manca mai sono gli universitari fuori sede, un esercito dalla forchetta buonissima.
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