Da diversi anni, Touring Club Italiano mette a disposizione delle aziende la propria esperienza per concretizzare partnership efficaci che abbiano impatti positivi sui territori e le comunità, anche grazie a iniziative di volontariato di impresa e team building. I dipendenti di diverse aziende, affiancati dai volontari del Touring Club Italiano, hanno accolto cittadini e turisti nei luoghi Aperti per Voi; per far fronte alla pandemia, è stato ideato anche un volontariato di impresa “social". 
 
A partecipare a quest'ultima formula, nell'autunno 2023, alcuni dipendenti del Gruppo Credem: dopo un incontro formativo su come raccontare il viaggio attraverso testi e fotografie, a loro è stato chiesto di realizzare un elaborato sul tema "Passione Italia", un invito a scoprire e riscoprire il territorio del nostro Paese. Come molti ricorderanno, "Passione Italia" è la campagna lanciata a marzo 2020 con la quale il Touring ha voluto contrapporre alla mappa del contagio la mappa della bellezza italiana; un invito per tutti a “viaggiare da casa”, per scoprire e riscoprire ciò che il Paese ha da offrire. In questo contesto abbiamo chiesto anche ai dipendenti di Credem di raccontarci la loro personale "Passione Italia": un luogo, un'esperienza, un momento da ricordare e da suggerire anche ai lettori.

Ecco il contributo di Andrea Conardi; potete trovare gli altri a questo link.

SAURIS, UN MONDO A PARTE 
di Andrea Conardi 

Sono un po’ indeciso mentre cerco di capire come iniziare a scrivere di Sauris. Un po’ come quando, prima di andarci, devo decidere la strada per arrivarci: passo dal Cadore? No dai, stavolta proviamo la strada del Lumiei. Sicuramente non quella selva di tornanti e gallerie che si chiama Passo Pura.

Quando arrivi a Sauris, parcheggi l’auto e te ne dimentichi. La riprendi a fine vacanza per tornare a casa, o quasi. C’è tutto, non manca nulla, anche se delle cose che si conoscono in città c’è davvero poco, o nulla. Il fornaio? No, non c’è. Il macellaio? Nemmeno. Parliamo però di quello che c’è, perché c’è tanto, tanto, eccome.

Sauris di Sopra e, sullo sfondo, il Monte Bivera - foto di Andrea Conardi
Sauris di Sopra, le caratteristiche case con il primo piano in muratura e la restante parte in legno - foto di Andrea Conardi

Come dicevo, Sauris ha tre accessi, ma non sempre. In inverno due sono chiusi per la neve. Così ne resta aperto uno, che è la strada più “giovane”, quella del Lumiei, costruita a inizio ‘900. Questa strada fino a un po’ di tempo fa non c’era. Così Sauris ha vissuto per tantissimo tempo isolata e l’isolamento si sente ancora oggi, soprattutto nelle voci dei residenti più anziani che parlano oltre all’italiano e il friulano anche l’antico dialetto tedesco.

La solitudine ha reso Sauris un’importante isola linguistica. Questa “isola” si era formata quando, nei secoli passati, genti provenienti dalla Germania si erano insediate nella valle. I pochi scambi commerciali e culturali dovuti alla inacessibilità del territorio hanno permesso a questo dialetto di arrivare fino a oggi. Da qui il doppio nome di Sauris, che in dialetto si chiama Zahre.

Sauris di Sopra, vista della strada principale - foto di Andrea Conardi
Sauris di Sopra, la chiesa - foto di Andrea Conardi

La Val Lumiei, dove è situato Sauris, si trova in Friuli, vicini al confine con il Veneto. La valle è stretta, strettissima al centro, con il torrente Lumiei che qui ha creato una forra. Poco oltre il termine della forra l’uomo ha invece costruito uno sbarramento, cosicché il torrente da quasi 80 anni forma un lago: il Lago di Sauris. Mi hanno raccontato che i locali non erano molto entusiasti dell’idea di allagare una così grande parte della valle. Ma era gente povera, che poco o nulla poteva contro gli interessi delle società idroelettriche dell’epoca.

Il Lago di Sauris. I cristalli di roccia trasportati dal Lumie mentre scende attraverso la forra contribuiscono al colore unico del lago - foto di Andrea Conardi
Lago di Sauris, cavalli si riposano a bordo lago - foto di Andrea Conardi

Più a monte poi c’è lui, il Monte Bivera, che con i suoi 2.474 metri domina il paesaggio e la valle intera. Non è una vetta che impressiona per l’altezza, ma è maestosa e sempre affascinante. I prati e i boschi lasciano spazio ala roccia nella parte alta del monte, ricordando più blasonati paesaggi dolomitici.

Il Monte Bivera dopo un temporale - foto di Andrea Conardi
Il Monte Bivera, particolare della cima al tramonto - foto di Andrea Conardi

Sauris è diviso nella parte bassa, dislocata a circa 1.200 metri sul livello del mare, e nella parte alta, localizzata a pochi chilometri a quota 1.400 metri. Questi sono gli unici centri abitati della valle. Fatta eccezione per la strada, la presenza umana nella valle è testimoniata solo dalle malghe, che qui spesso si chiamano anche “casere”. La maggior parte è aperta solo nei mesi estivi, quando le mucche sono portate in alpeggio. 

La Casera Razzo, sulla strada verso il Cadore - foto di Andrea Conardi
Dintorni della Casera Razzo - foto di Andrea Conardi

Durante le passeggiate estive è facile incontrare, oltre alle mucche libere al pascolo, anche i cavalli.

I prati sul Monte Festons, nei pressi di Sauris di Sopra - foto di Andrea Conardi
Cavallo nei pressi della Sella Festons - foto di Andrea Conardi
Sentiero nei pressi di Sauris di Sotto - foto di Andrea Conardi
Sentiero nei pressi di Sauris di Sotto e, sullo sfondo, il Monte Bivera - foto di Andrea Conardi

A Sauris di Sora c’è anche un centro etnografico, una sorta di piccolo museo con cui la comunità intende valorizzare la propria cultura e tradizione. Il centro è visitabile, anche con visite guidate.

Per quanto il turismo non abbia certo “sfondato” (per fortuna, a mio modo di vedere) rispetto ad altre mete alpine, le iniziative per valorizzare le meraviglie del posto non mancano. Tra queste spiccano le passeggiate “astronomiche” fatte di notte nei dintorni del vicino paesino di LateisAstronomitaly, l’associazione che promuove il turismo astronomico, ha battezzato infatti Lateis come il “miglior cielo d’Italia”. Altre viste guidate interessanti sono quelle che accompagnano i turisti a scoprire le fioriture perché in Friuli ci sono più specie di fiori dell’intera Germania.

Sarà per quanto fin qui descritto o sarà per altro che Sauris nel 2022 ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di miglior borgo rurale turistico al mondo secondo l’agenzia ONU World Tourism Organisation.

Tradizione, architettura, bellezze naturali, gastronomia, e tanto altro. In una parola, Sauris/Zahre.