PROLOGO
Appena siamo scesi dall’aereo, a Mahé, la prima sensazione è stata quella di stupore. Perché di fianco alla pista dove atterrano tutti i voli internazionali c’è una montagna alta, imponente, ricoperta di verde esuberante, da cui spuntano pareti di roccia granitica grigia che luccica al sole. Una visione che lascia di stucco: chissà perché, nell’immaginario dell’italiano medio l’isola tropicale deve essere sempre un atollo con tre palme. E invece qui si capisce subito, fin dalla scaletta dell’aereo, quanto il paesaggio naturale delle Seychelles sia diverso, forte, impattante – e anche unico, con quelle rocce così peculiari. “Le nostre isole non sono mica le Maldive” ti ripetono sorridendo gli abitanti. Con tutto rispetto per le Maldive, ovviamente.
Ecco, in qualche giorno di soggiorno alle Seychelles siamo andati alla scoperta di questa natura, la natura speciale di un arcipelago che è rimasto isolato per così tanto tempo da veder nascere ed evolvere specie che non si trovano da nessun’altra parte del mondo. E quella che nello stesso tempo deve coesistere con la modernità e lo sviluppo, una sfida quanto mai attuale, specialmente per una manciata di isole perse in mezzo all’oceano. Siamo stati nelle tre isole principali (Mahé, Praslin, La Digue), più qualche isoletta satellite: un viaggio facile, non particolarmente impegnativo dal punto di vista economico, che si può organizzare anche autonomamente. Vi raccontiamo i progetti di sostenibilità, conservazione e valorizzazione della natura delle Seychelles; e poi vi suggeriamo le esperienze più belle, quelle che non dovete assolutamente mancare – specialmente se siete amanti delle meraviglie naturali – quando progettate un viaggio in questo magnifico arcipelago. 

Anse Papaie, Curieuse, Seychelles - foto Stefano Brambilla​

PUNTATA 2 – PRASLIN, COUSIN E CURIEUSE

Praslin è la seconda isola delle Seychelles per superficie e vi si arriva velocemente con il traghetto da Mahé. L'atmosfera è quanto mai rilassata (ma d'altronde, solo a Victoria e dintorni non lo è). Dovete venirci almeno per tre motivi: per riempirvi gli occhi delle sue spiagge, soprattutto quelle sul lato settentrionale, per camminare in una delle foreste più belle del mondo e per visitare una o due delle isolette vicine. 
UNA PASSEGGIATA DA ANSE LAZIO AD ANSE GEORGETTE
A differenza di Mahé, qui potete anche non noleggiare un’auto, ma prendere taxi e bus o farvi organizzare dalla struttura in cui alloggiate qualche gita con autista – le distanze sono brevi, per fare tutto il periplo dell’isola ci vuole meno di un’ora. A parte ammirare le spiaggette a sud, in un’area poco sviluppata tra Grand Anse e Anse Consolation, una più bella dell’altra, e fare una camminata quando la marea è bassa sulla lunghissima spiaggia di Anse Volbert, su cui affacciano una fila di resort più o meno lussuosi, il consiglio è quello di dedicare una giornata alla parte settentrionale dell’isola, facendosi portare a Anse Lazio e poi camminando lungo la costa fino ad Anse Georgette (circa 45 minuti solo andata, il sentiero a volte non è chiarissimo). I colori dell’acqua sono incredibili, così come quelle delle rocce di granito che paiono buttate come biglie sulla spiaggia da qualcuno che si è divertito a giocare dall’alto. Anse Lazio è più grande ma anche più frequentata, visto che vi arriva direttamente la strada; Anse Georgette è invece più piccola e remota, dato che ci si può arrivare solo in barca o a piedi (da Anse Lazio o più comodamente dal resort Constance Lémuria Seychelles: in quest'ultimo caso, chiedete il permesso prima di attraversare il campo da golf).
A parte l'iniziale meraviglia di fronte a forme, colori e sensazioni tropicali, quello che ci ha lasciati stupefatti in un secondo momento è che due spiagge a buon diritto definite spesso tra le più belle del mondo non sono state per nulla compromesse dall'impatto umano. Alle spalle di Anse Lazio, ci sono solo un paio di strutture discrete; alle spalle di Anse Georgette, nulla. Niente ombrelloni, niente ristoranti se non qualche chioschetto e un "Honesty bar" in fondo in fondo ad Anse Lazio, perso tra il verde. Altrove non sarebbe successo. 

Anse Lazio, Praslin, Seychelles - foto Stefano Brambilla


Anse Lazio, Praslin, Seychelles - foto Stefano Brambilla
 

LA VALLÉE DE MAI : PERCHÉ ESPLORARE UNA FORESTA UNICA AL MONDO
Primordiale.
Non c’è altro aggettivo per descrivere l’atmosfera che si respira camminando nella foresta della Vallée de Mai, nel cuore di Praslin. I raggi di sole faticano a farsi strada tra gli alberi imponenti, immense foglie riparano come ombrelli naturali dagli scrosci d’acqua improvvisi, la terra è ricoperta da una quantità tale di tronchi, radici, foglie morte che il suolo quasi non si scorge. È uno di quei posti in cui ci si sente piccoli, molto piccoli. Si percorrono i sentieri in estasi, silenziosamente, quasi timorosi di disturbare. Fino ad arrivare al belvedere nord, dove lo sguardo si alza sopra gli alberi – e il pensiero non può correre a quando tutto, da queste parti, era ricoperto da questa foresta straordinaria.
Consigliamo vivamente di passare almeno un’ora, nella Vallée de Mai, e di farlo con una guida (tour gratuiti partono dal centro visite tutti i giorni alle 9 e alle 14). Certo, ci sono decine di pannelli esplicativi su flora e fauna, ma una guida locale può essere il fiore all’occhiello dell’esperienza: perché spiegherà vita, morte e miracoli (ma soprattutto usi tradizionali) delle sei palme endemiche e di tante altre forme vegetali, farà notare il piccolo geco verde che si mimetizza perfettamente su una foglia, si fermerà ad ascoltare il fischio dei pappagalli neri (una rara e bellissima specie endemica). E soprattutto incanterà con storie e leggende della vera protagonista del luogo, la palma Coco de mer, su cui potremmo scrivere un articolo intero, tanto è una specie misteriosa e affascinante. Qui basti dire che Lodoicea maldivica – che vive solo a Praslin e Curieuse - vanta il seme nello stesso tempo più antropomorfico e più pesante del mondo: ha una forma di ventre femminile, che lo rende l'oggetto più fotografato delle isole,  e un peso fino a 20 kg (per una lunghezza di 46 cm). Provate a sollevarlo, al chiosco vicino all’entrata.
Così come l’altro World Heritage Site delle Seychelles (il remoto e superbo atollo di Aldabra), la Vallée de Mai è gestita dalla Seychelles Islands Foundation (SIF), un ente che si autofinanzia con donazioni e lasciti: prendete in considerazione anche quest'aspetto, se vi sembrerà troppo caro il biglietto di ingresso (costa circa 25 euro). È un modo concreto per dare un piccolo contributo alla conservazione di questo patrimonio unico al mondo. 


Vallée de Mai, Praslin, Seychelles - foto Stefano Brambilla


Vallée de Mai, Praslin, Seychelles - foto Stefano Brambilla
 

A COUSIN, TRA UCCELLI E TARTARUGHE CHE NON HANNO ALCUNA PAURA
A proposito di primordiale: anche camminare tra animali selvatici che non scappano quando si arriva vicino a loro è un’esperienza che fa ritornare indietro nel tempo. La si può vivere in pochi luoghi del mondo, e tra questi ci sono Cousin e Aride, due piccole isole intorno a Praslin, tra i siti migliori per toccare con mano cosa significhi “conservazione della natura” - non solo alle Seychelles, ma nel mondo intero.
Per noi naturalisti quella su Cousin è stata una mattina da sogno. Per tanti motivi. Perché osservare e fotografare gli animali a due passi, senza disturbarli, non ha paragoni. Perché le sterne bianche, candide come la neve, che lasciano le uova sui rami senza fare uno straccio di nido, sono tra gli uccelli più fiabeschi che esistano. Perché i pulcini dei fetonti, meravigliosi uccelli marini dalla coda lunghissima che nidificano a terra, tra le radici degli alberi, sono così piumosi da assomigliare a peluche. Perché qui sono stati salvati dall’estinzione due tra i più rari volatili della Terra, la cannaiola delle Seychelles e il pettirosso gazza delle Seychelles: della prima, nel 1960, rimanevano su Cousin soltanto 29 esemplari, e altrove si era già estinta. Un ambizioso e avveniristico programma di conservazione riuscì a evitare il peggio, grazie al WWF e alcuni imprenditori che comprarono l’isola e ne restaurarono l’ecosistema originario. Ora entrambi gli uccelli sono stati reintrodotti su altre isole delle Seychelles dove un tempo erano presenti, cosicché se qualche disastro naturale dovesse abbattersi su una delle isolette, le specie sarebbero comunque salve.

Cousin, Seychelles - foto Stefano Brambilla

Sterna bianca, Cousin, Seychelles - foto Stefano Brambill
Avete già capito come Cousin sia una mecca per ogni amante della natura – e se anche non vi piacciono gli uccelli, le enormi tartarughe originarie di Aldabra, che qui vivono libere (e non in qualche recinto di hotel), non potranno non affascinarvi. Certo, non è una passeggiata arrivare a Cousin, perché bisogna farsi organizzare la gita in anticipo da qualche operatore o dall'hotel in cui si soggiorna, perché bisogna sbarcare dai gommoni direttamente sulla spiaggia (e l'operazione, con il mare mosso, non è per tutti), perché può risultare costoso (il solo ingresso costa 45 euro). E poi, una volta sull'isola, bisogna seguire i ranger di Nature Seychelles sui sentieri segnati, non ci si può avventurare da soli seguendo i voli degli uccelli. Ma, ancora una volta, recarsi a Cousin (o ad Aride, dove trova casa un'enorme colonia di uccelli marini) dà una mano concreta alla tutela della biodiversità. Molto più concreta che tante raccolte fondi. 

Per finire, spesso le gite organizzate di un giorno abbinano la visita di Cousin a quella di Curieuse e degli isolotti di St Pierre. Se riuscite, ne vale la pena: a Curieuse si cammina da Anse St José, dove si trovano ancora le rovine di vecchio lebbrosario, fino ad Anse Papaie. La passeggiata è molto piacevole e adatta a tutti e dà modo sia di attraversare un altro ecosistema - quello di una laguna ricca di mangrovie - sia di incontrare numerose tartarughe giganti. E, ancora una volta, spiagge e mare sono da sogno, così come fantastico è lo snorkelling agli isolotti di St Pierre, vicino a Praslin, forse il luogo più facile e indicato delle Seychelles per ammirare pesci di ogni forma e dimensione. Un'esperienza ideale per chiudere in bellezza il soggiorno a Praslin.


Tartaruga di Aldabra, Curieuse, Seychelles - foto Stefano Brambilla


Anse Lazare, Curieuse, Seychelles - foto Stefano Brambilla​

Leggi le altre puntate del reportage:
Puntata 1 – Mahé
Puntata 3 – La Digue

INFORMAZIONI
- Come arrivare. A Praslin si arriva in traghetto da Mahé (orari ferry Mahé-Praslin-Mahé). 
- Dove dormire. In termini di sostenibilità, tra gli hotel di Praslin sono stati certificati con il Seychelles Sustainable Tourism Label (www.sstl.sc) vari hotel su Anse Volbert: Heliconia Grove e Cote D'Or Footprints (strutture medio-piccole), Hotel L'Archipel (più lussuoso) e, più a sud, Raffles Seychelles (lussuoso). Anche il cinque stelle Constance Lémuria Seychelles, da cui si accede a Anse Georgette, è stato certificato e ha all'attivo molti programmi per conservare e valorizzare la biodiversità. Noi abbiamo alloggiato al Paradise Sun (sito web), un accogliente villaggio “all inclusive” su Anse Volbert, completo di piscina e spiaggia, che mostra una buona attenzione verso la comunità locale (grazie all'impegno del general manager, Paul Norman, e dell'animatore John, che parla un perfetto italiano); propone anche lezioni di artigianato e balli creoli: tra questi, la moutya, una forma di danza creata dagli schiavi africani e portata alle Seychelles nel XVIII secolo. Molti i servizi offerti e prenotabili dall'hotel, a partire dalle escursioni su Praslin e sulle isole vicine. A Praslin sono molte anche le sistemazioni “chez l’habitant”, un modo ovviamente indicato per vivere ancora più da vicino cultura e usanze creole: bed&breakfast, ville e camere sono presenti su tutti i maggiori portali.
- Siti web utili. Il sito web di Tourism Seychelles (in inglese) è www.seychelles.travel. Altri siti web utili per programmare il viaggio a Praslin e isole vicine: per la Vallée de Mai, pagina dedicata di Seychelles Islands Foundation; per Cousin Island, pagina dedicata di Nature Seychelles; per Aride Islandsito dedicato


Paradise Sun, Praslin, Seychelles - foto Stefano Brambilla