Quest'articolo è frutto dalla convenzione stipulata dall’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (AIIG) e Touring Club Italiano. Sotto la guida di Sandra Leonardi, docente di Geografia e Turismo Sostenibile e valorizzazione del territorio presso la Facoltà di Lettere - La Sapienza Università di Roma, gli studenti hanno elaborato 4 percorsi a tema "walkability" in zone urbanistiche di Roma Capitale: a questo link tutte le informazioni sul progetto e i rimandi a tutti gli itinerari. Presentiamo in questa pagina il lavoro di Leonardo Fuscà, Flavia Cianfanelli e Alessandra Ordanini nella zona urbanistica 4I Tufello e nella zona urbanistica 4B Val Melaina - Municipio III.

UN TUFFO NEL TUFELLO
a cura di Leonardo Fuscà, Flavia Cianfanelli e Alessandra Ordanini


La mappa dell'itinerario - elaborazione degli autori
1. Benvenuti al Tufello - 2. Palestra popolare Valerio Verbano -3. Murale Valerio Verbano 4. Mercato Gigi Proietti 5. Murale Gigi Proietti 6. Murale Gigi Proietti 7. Murale Gigi Proietti 8. Statua Mario Amato 9. Casa Valerio Verbano 10. Targa esplosione 2001 11. Statua per i vigili del fuoco 12. Targa vittime nazifascismo 13. Targa suore orsoline 14. Targa Ladri di bibiclette 15. Chiesa SS Redentore 16. Murale Gay Help Line 17 e 18. Murale Ladri di biciclette e murale Saint-Exupery

1. UN QUARTIERE LIBERO E RIBELLE (percorso blu)
Spendereste il vostro day off per visitare il Tufello? Come dite? Non c’è nulla di abbastanza interessante da farvi cambiare la rotta che vi sta portando verso il centro commerciale Porta di Roma? Mmh, concedeteci almeno un piccolo tentativo per cambiare la vostra visione di questo quartiere!

Incastonato tra Vigne Nuove, Val Melaina e Città Giardino, il quartiere popolare Tufello si trova nel quadrante nord-est di Roma, all’interno del III Municipio. Il suo nome deriva dalla collina di roccia tufacea su cui sorge, mentre il resto della toponomastica richiama elementi di geografia fisica: monti, mari, isole e valli. Il Tufello è ricco di luoghi d’interesse storico e culturale che caratterizzano l’identità territoriale e la memoria collettiva dei suoi abitanti.

Il punto di avvio del nostro percorso è tra via Val Melaina e via Isole Curzolane (punto 1 sulla mappa). Qui un murales dà il benvenuto, con una frase che gli stessi residenti hanno coniato per descrivere il luogo che loro abitano e vivono quotidianamente: un quartiere “libero e ribelle”!


Il murales di "benvenuto" al Tufello, Roma - foto di Alessandra Ordanini

L’itinerario prosegue per Piazza Colli Euganei, dove ci imbattiamo nel Mercato rionale del Tufello, costruito a partire dal 1958 (punto 4 della mappa). Il progetto del mercato fu ideato dalla prima donna architetto d’Italia, Elena Luzzatto Valentini, laureata presso la Regia Scuola Superiore di Architettura di Roma ed esponente del razionalismo italiano. Nonostante le parole che le riservò Benito Mussolini (“La donna è estranea all’architettura, che è sintesi di tutte le arti. Ha forse mai fatto dell’architettura in tutti questi secoli? Le dica di costruirmi una capanna, non dico un tempio! Non lo può!”) Luzzatto Valentini non si perse d’animo e fu professionista tenace e di grande inventiva. Entrare all’interno del mercato, passeggiare tra gli oltre cinquanta banchi, comprare prodotti a chilometro zero e usufruire dei diversi servizi commerciali (calzolai, parrucchieri, sartorie, lavanderie) e amministrativi (sportello del III municipio di Roma Capitale) è un’esperienza che consente di avvicinarsi alla vita del quartiere e dei suoi abitanti.

Il mercato Gigi Proietti, Tufello, Roma - foto di Leonardo Fuscà

Il cuore residenziale e primitivo del Tufello è in via Capraia, ove è possibile fermarsi ad ammirare una serie di villini a due piani che conservano parte della storia del popolamenti della zona. I primi residenti di queste abitazioni erano migranti italiani di ritorno dalla Francia intorno agli anni Trenta. Questa loro peculiarità è riportata nel nome assegnato: i villini, infatti, sono stati soprannominati “francesine”. 

Ma il percorso non è fatto solo di luoghi da vedere, piazze da scovare, odori da scoprire: è fatto anche di suoni. Suoni come il vociare romanesco o sottofondi musicali che possono accompagnare la camminata e che descrivono non soltanto gli aspetti più propriamente tangibili del quartiere ma anche l'appartenenza a una realtà socio-culturale. Tra le diverse canzoni certamente il pezzo “Tufello” di Rancore, rapper che ha vissuto nel quartiere, racconta in modo schietto e, per alcuni tratti, brutale, le vicende che hanno avuto luogo in queste strade, ricorda i sentimenti del ragazzo che sa che per molti il Tufello "resta un buco":

Sarà che per molti il Tufello resta un buco
Sarà che di giorno è spento, che di notte è cupo
Sarà quest'amore non corrisposto verso sto posto
Fondato sopra un tufo

Il percorso continua fino a via Scarpanto, in un’area topograficamente meno elevata: anzi, ci si trova ora in una vera e propria valle, la val Melaina. Il nome deriva dal greco “μέλας”, ovvero “scuro”, “ nero”, per il semplice fatto che questo territorio era ricco di copertura vegetale, quindi ombroso. In una delle traverse di Via Scarpanto possiamo notare una targa posta a memoria delle vittime (otto, di cui quattro vigili del fuoco, una parrucchiera, una cliente e due giovani studentesse) dell'esplosione avvenuta il 27 novembre 2001, alle ore 9.27 di mattina, presso il civico 32, causata da un fuga di gas (punto 10 della mappa). La tragedia è rimasta indelebile nella memoria dei residenti. C'è anche un secondo luogo commemorativo dove ogni anno la popolazione si riunisce per ricordare: è nel parchetto sito di fronte alla stazione della metropolitana (B1) Jonio, dove è stata posizionata una scultura, un blocco di pietra calcarea di trenta quintali, dal titolo “Gloria”, realizzata dal vigile del fuoco nonchè artista poliedrico Pinuccio Chessa e raffigurante un vigile del fuoco nell’atto di salvare la vita a un bambino (punto 11 della mappa).


Gloria, di Pinuccio Chessa, Tufello, Roma - foto di Leonardo Fuscà

Continuiamo a camminare. Sul muro di un edificio sito in via Scarpanto, all'altezza del civico 31 (punto 12 della mappa), è posta la targa che ricorda quattro martiri antifascisti che hanno vissuto nei quartieri di Tufello e Val Melaina, ovvero Riziero Fantini, Filippo Rocchi, Renzo Piasco e Antonio Pistonesi. Questi ultimi due, giovanissimi, organizzavano azioni di sabotaggio e per tale ragione furono incarcerati e torturati a Via Tasso, trovando, infine, la morte presso le Fosse Ardeatine. Il Tufello e Val Melaina sono dunque luoghi ove il patrimonio intangibile della Seconda guerra mondiale diventa tangibile attraverso la presenza di targhe commemorative, oggetti spesso poco osservati ma che hanno molto da raccontare. 


La targa che ricorda quattro martiri antifascisti, Tufello, Roma - foto di Leonardo Fuscà

Poco oltre, svoltando a sinistra, è possibile accedere a un complesso di edifici unico nel suo genere: Stalingrado. Questa “fortezza”, con ben quattordici scale di sette piani, è stata costruita nel 1932 per rispondere alla crescente domanda abitativa. In particolare, i primi residenti provenivano in parte dalla famosa e compianta Spina di Borgo (rasa al suolo per fare spazio alla costruzione di Via della Conciliazione) e in altra parte dalla campagna romana. Durante gli anni del Fascismo, questo luogo divenne un vero e proprio avamposto della resistenza antifascista. Possiamo, con rispetto verso i residenti, girare nel grande cortile interno e osservare, ascoltare e odorare ciò che ci circonda: panni stesi, vociare dei bimbi, accenti romani e romanisti, moto in accensione, odori dalle cucine. In un angolo del cortile è posta una Madonnina, a ricordo di un bombardamento: proprio qui cadde una bomba di 40 kg, che pur colpendo le abitazioni miracolosamente non provocò danni a persone e cose.

Poco oltre, sulla facciata della scala E, un’altra targa, un po’ nascosta, ricorda che qui, nel 1933, le Suore Orsoline di San Girolamo in Somasca iniziavano la loro opera educativa (punto 13 della mappa). Le Orsoline ancora oggi lavorano sul territorio anche se in forma diversa: infatti, poco più a sud, è presente la Scuola Caterina Cittadini, dal nome di una delle due sorelle fondatrici dell’ordine religioso. Sul muro perimetrale esterno della Chiesa del Santissimo Redentore, risalente al 1935 (punto 15 della mappa), solamente i più attenti visitatori si accorgono della presenza del Civico Giusto, affisso per ricordare due uomini, il parroco e il viceparroco, che, negli anni ‘40, nascosero perseguitati politici, tra cui un giovane Emilio Colombo, futuro Presidente del Parlamento europeo (1977 -1979). Una storia, dunque, quella del Tufello e di questo itinerario, legata strettamente con quella nazionale ma anche con quella europea. 

2. I MURI E I MONUMENTI PARLANTI DEL TUFELLO (percorso arancione)
Di vicende rilevanti per l’Italia, in questo quartiere, ne avvennero molte, alcune drammaticamente commoventi e di grande valore sociale. Nella visita al Tufello vanno necessariamente ricordate due persone, unite in parte dallo stesso triste destino, divenute simbolo e identità di questa zona di Roma: stiamo parlando di Valerio Verbano e Mario Amato le cui celebrazioni all'interno del quartiere sono ben visibili nelle tappe segnalate in arancione all’interno della mappa.
Vale la pena fermarsi qualche istante in quella che, in un percorso lineare, è la seconda tappa: la Palestra Popolare “Valerio Verbano” (punto 2 nella mappa) che ha una storia rappresentativa di quello che è il carattere determinato delle cittadine e dei cittadini che qui risiedono. I cittadini, infatti, hanno strappato dal degrado i locali delle caldaie nelle abitazioni dell’ATER (Azienda territoriale per l'edilizia residenziale del comune di Roma) rigenerando gli spazi e creando una realtà socialmente utile e un luogo sicuro per i residenti. La palestra è facilmente riconoscibile grazie al murales, opera dello street artist Jorit, dedicato a Bobby Sands, attivista nordirlandese morto in carcere dopo uno sciopero della fame durato 66 giorni e iniziato per far conoscere al mondo i maltrattamenti che i prigionieri nordirlandesi subivano dalle autorità britanniche. È presente anche un secondo murale raffigurante la foto scattata da John Dominis durante le Olimpiadi di Città del Messico del 1968, un simbolo delle lotte per i diritti delle persone nere negli Stati Uniti. Non è un caso: in tutto il Tufello si evince la volontà di rappresentare persone che hanno lottato per portare un cambiamento all'interno della società. 


La palestra dedicata a Valerio Verbano, Tufello, Roma - foto di Alessandra Ordanini

Procedendo lungo via delle Isole Curzolane possiamo ammirare un altro grandissimo murale, commissionato dal Municipio III e dalla Regione Lazio: è sempre opera di Jorit e raffigura Valerio Verbano (punto 3 della mappa). Nel murale sono evidenti le linee rosse sulle guance di Valerio, sigillo dell’artista Jorit, a simboleggiare l’entrata dell’individuo all’interno della cosiddetta “Human Tribe”. La presenza di quest’opera, a pochi metri dalla palestra intitolata alla stessa persona, sottolinea ancora di più il segno che questo ragazzo ha lasciato nel quartiere il cui ricordo fa ormai parte della quotidianità degli abitanti. 

Valerio era un militante di sinistra ucciso il 22 febbraio 1980 presumibilmente dai Nuclei Armati Rivoluzionari. Ogni anno, in quella data, si tengono manifestazioni che ancora oggi raccolgono, dopo oltre 40 anni, migliaia di persone. Il giorno dell’assassinio tre giovani, fingendosi amici di Valerio, entrarono nella casa della famiglia Verbano situata in via Monte Bianco (punto 9 della mappa). Quella mattina i signori Verbano erano soli in casa. Nel momento in cui i malviventi entrarono iniziò una colluttazione che li vide prevalere: i genitori di Valerio vennero legati al letto e minacciati con una pistola e attesero il ritorno del figlio nella consapevole angoscia di non poter far nulla per aiutarlo. Valerio tornò nella sua abitazione dove ci fu un violento litigio che terminò con due colpi di pistola; il primo raggiunse il muro del soggiorno mentre il secondo colpì il giovane militante alla schiena provocandone la morte.


Il murale dedicato a Valerio Verbano, Tufello, Roma - foto di Alessandra Ordanini
 

Non fu la sola vicenda violenta in questa zona. Procedendo da via Capraia e girando sulla destra in viale Jonio arriviamo alla statua eretta in ricordo del Magistrato Mario Amato, proprio nel luogo perse la vita. Amato era Sostituto Procuratore presso la Repubblica di Roma e dal 1977 si occupava di terrorismo neofascista nella Capitale e delle connessioni che la destra eversiva e la Banda della Magliana avevano anche in ambiti finanziari, economici e politici. La mattina del 23 giugno 1980 il Sostituto Procuratore venne raggiunto da un colpo di pistola alla nuca mentre si recava alla fermata dell’autobus che lo avrebbe portato in ufficio. L’assassinio venne rivendicato dai Nuclei Armati Rivoluzionari.

La statua eretta in ricordo del Magistrato Mario Amato, Tufello, Roma - foto di Alessandra Ordanini

3. UN SET CINEMATOGRAFICO OPEN AIR (percorso verde)
Il Tufello e Val Melaina sono stati entrambi quartieri utilizzati per le scenografie di numerose produzioni cinematografiche. Numerosi sono i registi che hanno scelto di ambientare e girare i loro film in questa zona creando, inconsapevolmente, degli itinerari che consentono di narrare il territorio da una prospettiva diversa. 

Nella piazza del mercato (punto 4 della mappa), o meglio nello spiazzo dinanzi a quest’ultimo, è stata girata, nel 1958, una breve scena de ‘I Soliti Ignoti’ di Mario Monicelli. La scena in questione mostra dei bambini che giocano a lippa (o nizza), un gioco in cui uno dei bambini deve lanciare un pezzetto di legno il più lontano possibile e gli altri devono far in modo di afferrarlo. Il film è stato girato prima della costruzione del mercato e nella pellicola si possono vedere, sullo sfondo, le case di via Tonale, attualmente non più visibili.

Sul lato sinistro del mercato sono presenti diversi murales che indicano quali sono le attività presenti nel mercato, ma tra tutti spicca certamente l’omaggio a Gigi Proietti, scomparso il 2 novembre 2020. Il grande artista, vissuto al Tufello per alcuni anni della sua infanzia e adolescenza, rappresenta un motivo di orgoglio per il quartiere. Il murale in questione rappresenta un fotogramma iconico dal film ‘Febbre da Cavallo’ del 1976 e riporta sulla sinistra un aforisma dell’attore, scritto in giallo rosso: ‘Ricordare è un mestiere rischioso, perché ha bisogno di stimoli forti’. L’aforisma è stato estratto dalla biografia di Proietti, pubblicata da Rizzoli nel 2015, ‘Tutto sommato qualcosa mi ricordo’. Non solo la presenza di questo murale lega la figura dell’attore alla piazza, ma su spinta della cittadinanza, nel 2021, il mercato stesso è stato intitolato a Gigi Proietti a testimonianza di quanto la sua identità sia parte integrante del quartiere e dei suoi abitanti. L'autore di questo primo murale resta tutt’oggi anonimo. 

Il murale dedicato a Gigi Proietti, Tufello, Roma - foto romatoday.it

Ma gli omaggi a Gigi non finiscono in questo angolo. Nella tappa numero 6 si trova il più famoso dei murales che gli è stato dedicato, sicuramente di grande impatto visivo, opera dell’artista Lucamaleonte; le dimensioni dell'opera sono simili a quelle del murale dedicato a Valerio Verbano, circa 15 metri di altezza. Ed è proprio qui, in questo palazzo di via Capraia su cui è stata realizzata l’opera, che l'attore ha vissuto per alcuni anni, trasferendosi dal centro della città. Lui stesso racconta il momento del trasferimento in un’intervista rilasciata a ‘MarcoPoloTV’: "Poi sono finito in periferia, al Tufello, in una casa popolare: anche questa è una parte di Roma interessante, diciamo che è fuori dai circuiti turistici ufficiali, ma offre un insolito spaccato di città". Al lato del murale si trova la targa in cui sono riportate le associazioni che hanno collaborato alla realizzazione dell’opera (A.S.Roma, RomaCares, ATER Roma con il patrocinio della Regione Lazio e l’artista Lucamaleonte) e un ulteriore aforisma dell’attore che cita "Il romano è bello anche perché, alla fine, uno se l’aggiusta come je pare. E le periferie, da questo punto di vista, sono sempre il primo laboratorio del cambiamento". 


Il murale dedicato a Gigi Proietti, Tufello, Roma​ - foto di Flavia Cianfanelli
 

Il terzo e ultimo murale dedicato a Gigi Proietti presente in questo percorso, considerando che ce ne sono numerosissimi altri in tutto il quartiere e dintorni, si trova alla tappa numero 7, sempre in via Capraia. Il murale raffigura l’attore in uno dei suoi primi e più amati spettacoli teatrali ‘A me gli occhi please’ ed è stato tra i primi murales comparsi in città dopo la morte dell’attore; è stato realizzato dal creative designer Harry Greb che ha voluto aggiungere all’opera dei piccoli uccelli la cui presenza viene spiegata dall’artista stesso in un'intervista a RomaToday: "fanno da colonna sonora a questi cortili dove lui ha vissuto per tanti anni e dove la gente ancora se lo ricorda". Guardandosi intorno, infatti, si può notare come i giardini privati siano curati con grande attenzione, a sottolineare come l’artista del murale abbia voluto legare in maniera profonda e multisensoriale la sua arte al luogo circostante e ai suoi elementi costitutivi. 
 
Lungo la strada che conduce alla tappa numero 8 del nostro itinerario si può notare la biblioteca comunale‘Ennio Flaiano’, il grande sceneggiatore degli anni ‘50-’60. Luogo di riferimento e d'incontro nel quartiere, è una struttura nella quale si organizzano diversi eventi culturali e ricreativi.

La tappa numero 15 della mappa ci conduce all'incrocio di via Scarpanto, tra due elementi che richiamano il film ‘Ladri di Biciclette’: da una parte della strada si trova l'edificio dove sono state girate alcune scene del film, dove è stata posizionata anche una targa che ne ricorda l’epispdio (punto 14); dall’altra parte, si trova la struttura chiamata "Casa del Popolo - Ladri di Biciclette, Val Melaina". È uno spazio polifunzionale in cui si organizzano diverse manifestazioni, ad esempio il #martedìcultura, un’iniziativa che permette di organizzare ogni due martedì del mese incontri letterari e presentazioni di libri o arti figurative e musicali. Allo stesso modo, in questo luogo si organizzano incontri partecipati di stampo sociale pubblicizzati sui canali social. Bisogna sottolineare il legame profondo che c’è tra il film e questo spazio: non solo ci troviamo in uno dei set a cielo aperto ma le stesse attività svolte in questa struttura riprendono i temi del film. ‘Ladri di Biciclette’ racconta il disagio sociale e l’esclusione, offrendo uno spaccato di quella che era la vita nel secondo dopoguerra, la Casa del Popolo si pone come obiettivo quello di rispondere a queste difficoltà creando inclusione, comunità sociale e senso di appartenenza. 


La targa in ricordo di  ‘Ladri di Biciclette’, Val Melaina, Roma - foto di Flavia Cianfanelli


Casa del Popolo - Ladri di Biciclette, Val Melaina, Val Melaina, Roma - foto di Flavia Cianfanelli

Con le tappe numero 17 e 18 si chiude questo percorso e la chiusura è stata individuata proprio qui poichè questo punto rappresenta il luogo di maggiore apertura civile e sociale verso l’altro e l’altrove. Davanti alla stazione della metropolitana si trova un murale che raffigura un bacio di una coppia omosessuale con il numero della gay help line. L’opera è stata realizzata dall’artista Krayon, in stile Pixel art, ed è stata inaugurata nel 2021. La gay help line è un’iniziativa che nasce dal Gay centre, una struttura che si occupa del benessere e dell’acquisizione dei diritti per le persone appartenenti alla comunità LGBTQA+. Il numero nazionale 800-713-713 offre assistenza alle vittime di omotransfobia nascendo anche in risposta all'omicidio a sfondo omofobico di Paolo Segatti, avvenuto nel 2005.

Pietro Turano, uno dei portavoce del Gay centre, parla di questo murales come il primo monumento dedicato alla commemorazione di una vittima di omofobia e come la prima iniziativa in Italia che raffigura una coppia omossessuale nell’atto di scambiarsi un bacio: una coppia di donne, la cui sessualità viene spesso molto stigmatizzata. Il murale è stato commissionato dal III Municipio di Roma Capitale e dallo stesso gay centre; secondo Nastassja Habdank, per tre anni presidente della Commissione per le Pari Opportunità del III Municipio, inizialmente si voleva realizzare il murale nella zona del mercato, poi si è pensato di spostarlo di fronte alla stazione della metropolitana per dare maggiore visibilità all’opera e alla tematica in un’area di maggiore passaggio. 


Il murale di Krayon dedicato alla commemorazione di una vittima di omofobia, Val Melaina, Roma - foto di Flavia Cianfanelli

Da qui è possibile salire, mediante una scalinata laterale, verso una balconata che consente una visione dall’alto di alcuni dei luoghi presentati, permettendo così di avere una prospettiva diversa del territorio: il parco Jonio, luogo di aggregazione, incontro e socialità. Voltandosi, ecco l'ultimo murale con la celebrazione del film ‘Ladri di Biciclette’ dell’artista Noa: tra queste opere in bianco e nero si trova anche la targa con i riconocimenti che la pellicola ha riceveuto, tra cui il premio Oscar come miglior film straniero nel 1950. Sulla stessa parete sono presenti altre opere, come quelle raffiguranti Moby Dick (realizzate dall’autore omonimo) con il chiaro intento di sensibilizzazione sui temi della protezione degli animali e del cambiamento climatico, e quelle realizzate dall’artista Giusy Guerrero.


Il murale con la celebrazione del film ‘Ladri di Biciclette’ dell’artista Noa, Val Melaina, Roma​