Dici Bayreuth e subito, se hai un minimo di cultura musicale, pensi a Richard Wagner. Corretto, ma non basta a esaurire le ragioni per cui vale la pena visitare questa cittadina dell'Alta Franconia e l'angolo di Baviera in cui si trova, al confine con la Repubblica Ceca. Edifici storici e meraviglie naturali, trekking e scalate, birra e porcellana basterebbero a far dire "ne vale la pena". Poi, certo, c'è la grande musica. E c'è anche un personaggio che, a Bayreuth, ruba la scena al famoso compositore tedesco, tanto da potersi definire la vera star della città.

Giusto dunque iniziare da lei, la settecentesca signora di Bayreuth, la margravia (dal tedesco Markgraf: più o meno "marchese", indicava un titolo nobiliare inferiore al duca e superiore al conte) Friederike Sophie Wilhelmine di Brandeburgo-Bayreuth (1709-1758), figlia di Federico Guglielmo I di Prussia (il Re Soldato) e sorella prediletta di Federico il Grande. Donna di gran gusto e grande cultura, Wilhelmine (per noi Guglielmina) oltre al tedesco, parlava francese, inglese, italiano, latino e greco, leggeva la Bibbia in ebraico, disponeva di una biblioteca di 4mila volumi, era ammirata da Voltaire. Con il suo dinamismo culturale segnò l'epoca d'oro di Bayreuth e della sua corte, che nel giro di un paio di decenni elevò al livello delle più brillanti corti europee.

Guglielmina
Una statua di Guglielmina a Bayreuth - foto Roberto Copello

Decisa a farne una Versailles tedesca, fece edificare favolosi parchi e castelli, in un floreale stile "rococò di Bayreuth" che trova la sua massima espressione nello sfavillante Teatro dell'Opera dei Margravi, un gioiello voluto anche per assecondare le sue passioni artistiche. La stessa Gugliemina infatti componeva musica da camera, scriveva libretti d'opera, suonava il liuto e altri strumenti musicali, persino calcava il palcoscenico come attrice. I resti di Gugliemina, assieme a quelli del marito e della figlia Elisabeth Friederike Sophie, sono conservati nella Schlosskirche, non lontano dal famoso teatro e vicino a una torre ottagonale del 1565 che si dice ispirata a uno schizzo di Leonardo da Vinci. La sua memoria, in ogni caso, a Bayreuth è vivissima, con tante statue che la ritraggono. Inoltre nel 2018 cinque famosi graffitari internazionali sono stati invitati per realizzare i grandi murales di un progetto a lei dedicato dal titolo "She's Back". Da allora la città si è arricchita di opere di forte impatto, come la Gugliemina che Nychos ha sezionato mostrando gli organi interni, o come la figlia della margravina che Drew Merritt ha ritratto come una bionda bellezza contemporanea.

Ecco sei motivi per programmare una visita a Bayreuth e dintorni.

1. Il Teatro dell'Opera dei Margravi

In Italia abbiamo il palladiano Teatro Olimpico di Vicenza, in Germania hanno il Teatro dell'Opera dei Margravi. L'uno rinascimentale, l'altro barocco, entrambi inseriti nel Patrimonio Unesco dell'umanità. "Uno dei due edifici teatrali coperti più importanti costruiti prima della Rivoluzione francese e ancora perfettamente conservati", dicono a Bayreuth con orgoglio del loro gioiello, una struttura autoportante priva di colonne, i cui muri in mattoni sono interamente ricoperti di legno decorato e dipinto. Furono il margravio Federico III e la moglie Guglielmina a commissionare il teatro al parmense Giuseppe Galli Bibiena, famoso per le scenografie effimere realizzate per Papi, re e imperatori in particolari occasioni cerimoniali, e per soli pochi giorni.

La Markgräfliches Opernhaus fu realizzata fra il 1744 e il 1748, con un palcoscenico, di 27x25 metri, fra i più grandi dell'epoca e con sofisticati macchinari che dietro le quinte consentivano di cambiare rapidamente le scenografie e di creare effetti speciali. Guglielmina ne assunse personalmente la direzione artistica, facendovi arrivare una compagnia di cantanti dall'Italia. Gossip: il teatro fu inaugurato con le nozze dell'unica figlia della coppia regnante, la sedicenne Elisabeth Friederike Sophie, che Casanova riteneva "una delle donne più belle di tutta la Germania". Il marito Carlo II Eugenio di Württemberg però le era infedele e così, otto anni dopo le nozze, lei si separò da lui, ottenendo una rendita di 54.000 talleri annui.

Il Teatro dell'Opera dei Margravi
Il Teatro dell'Opera dei Margravi a Bayreuth - foto Roberto Copello

La sopravvivenza del teatro fino a oggi è dovuta anche alla decadenza di Bayreuth, quando con l'estinzione dei margravi nel 1769 smise di essere una capitale e fu assorbita dalla Prussia, prima di diventare francese e poi bavarese. In un'ormai insignificante città di provincia, nessuno aveva i soldi e l'interesse di trasformare quella bomboniera barocca in un moderno teatro, adatto alle esigenze ottocentesche. Così, grazie anche all'accurato restauro cui è stata sottoposta fra il 2013 e il 2018, la Markgräfliches Opernhaus conserva intatta la capacità di stupire chi vi entra, sia solo per visitarla oppure per assistervi a un'opera messa in scena fra le sue illusionistiche scenografie, le decorazioni dorate e i dipinti trompe l’oeil, di fronte al palco d'onore sormontato dall'aquila di Brandeburgo con la corona reale prussiana. Da non perdere anche, nel Ridotto del teatro, il museo interattivo che dal 2023 è dedicato alla cultura teatrale dell'epoca barocca e alla stessa Gugliemina.

Il Teatro dell'Opera dei Margravi
Il Teatro dell'Opera dei Margravi a Bayreuth - foto Roberto Copello

2. I parchi e i castelli di Gugliemina

Lo splendore della corte di Federico III e di Guglielmina è testimoniato anche da sontuosi castelli e magnifici giardini, tra i più belli della Baviera. Il Castello Nuovo (Neues Schloss), residenza abituale della coppia nel centro di Bayreuth, fu ricostruito interamente dopo che nel 1753 un incendio lo aveva ridotto in cenere, ed è l'esempio più significativo del "rococò di Bayreuth". Per il design delle sale interne l'architetto di corte Joseph Saint-Pierre dovette assecondare non poco le idee di Guglielmina e le mode orientaliste dell'epoca. Emblematica del gusto rococò è, in particolare, la Sala delle palme, con i suoi pannelli intagliati in noce su cui una fila di palme dorate sale al soffitto e sembra protendersi verso il cielo. Oggi al piano terra del Palazzo Nuovo è stato creato un museo dedicato proprio alla margravina, cui si deve anche il grande parco in stile inglese (Hofgarten).

Il Castello Nuovo a Bayreuth - foto Roberto Copello
Il Castello Nuovo a Bayreuth - foto Roberto Copello

Guglielmina mise ancora più mano al Vecchio Castello (Altes Schloss) e alle altre costruzioni dell'Eremitage, alla periferia orientale della città, che il marito le aveva regalato per il suo compleanno nel 1735. Un margravio predecessore della coppia, Georg Wilhelm, lo aveva voluto, isolato fra i boschi, come un improbabile "eremo di corte" (da qui Eremitage), dove ritirarsi ogni tanto fra cortigiani che dovevano vestire come monaci, dormire in celle spoglie e mangiare in ciotole di terracotta con cucchiai di legno.

Guglielmina non ci mise molto a dotare il Vecchio Palazzo di stanze magnificamente decorate, come la sala della musica e il favoloso gabinetto cinese degli specchi (Chinesisches Spiegelkabinett), che lascia davvero senza fiato. Al solito architetto di fiducia Galli Bibiena chiese poi di aggiungere l'orangerie con le due arcate a ferro di cavallo del Tempio del Sole, sovraccarico di simbologie legate al mito di Apollo riletto in chiave illuministica. Stupiscono le decorazioni in pietre e cristalli delle facciate, mentre purtroppo i bombardamenti della seconda guerra mondiale non hanno lasciato nulla degli originalissimi interni. Splendidi anche i 46 ettari dell'ambizioso parco circostante, che lunghi lavori di restauro hanno riportato alle sorprendenti forme che Guglielmina vi aveva introdotto.

Eremitage
L'Eremitage a Bayreuth - foto Roberto Copello
Eremitage
L'Eremitage a Bayreuth - foto Roberto Copello

Da menzionare, infine, altri due luoghi emblematici dell'epoca. Il primo è il giardino roccioso di Sanspareil, nella Svizzera Francone, ai piedi del castello di caccia di Zwernitz, dove Guglielmina fece costruire un "teatro in rovina", con quinte in pietra disposte a gradini, in mezzo a bizzarre formazioni rocciose. Il secondo è lo Schloss Fantaisie di Donndorf, in un bel parco alla periferia ovest di Bayreuth: qui la figlia di Guglielmina e Federico III, Elisabeth Friederike Sophie, andò a vivere dopo essersi separata dal marito fedifrago. Suo gioiello è lo Spindler-Kabinett, ricostruzione della stanza ricoperta da pannelli in legno intarsiati nel 1765 dai fratelli Spindler, uno dei migliori esempi dello stile rococò bavarese. Dal 2000 il castello di Fantaisie è anche sede del primo Museo dei Giardini in Germania, con mostre dedicate alla storia della progettazione dei giardini.

3. La Festspielhaus

Un'utopia realizzata, un teatro-tempio creato per un singolo compositore, lontano dai grandi centri della cultura, sulla "Collina verde" alla periferia di Bayreuth. Richard Wagner (1813-1883) lo pensò apposta per esaltare la sua musica, e chissà cosa avrebbe detto di Thomas Mann che, decenni dopo, l'avrebbe definito "il teatro di corte di Hitler" (certo, con il suo antisemitismo il compositore di Lipsia si era candidato anzi tempo a che il nazismo ne facesse un proprio idolo...). In ogni modo, la qualità acustica della Festspielhaus, la "casa del festival", risulta unica.

Wagner, dopo lunghe trattative, aveva scelto Bayreuth come luogo perfetto dove erigere un teatro adatto per un festival annuale dedicato alle sue dieci opere che riteneva meritavoli di esservi rappresentate. Stupefacenti, per l'epoca, le innovazioni da lui volute: l'orchestra nascosta agli spettatori in una fossa sotto il palcoscenico, la platea sistemata su un anfiteatro in discesa senza palchi né loggione né decorazioni, l'idea di spegnere le luci prima della rappresentazione. Nonostante i costi enormi, la Festspielhaus dopo quattro anni di lavori fu inaugurata nel 1876 con L'oro del Reno, prologo della tetralogia nibelungica, cui assistettero il kaiser Guglielmo I, i musicisti Ciaikovskij, Liszt, Bruckner, Grieg, il filosofo Nietzsche. E da allora la città recuperò la fama dei tempi di Gugliemina. Che fino ad allora Bayreuth non fosse così nota lo testimonia una storiella al limite dalla leggenda: la testa di cartapesta del drago Fàfnir, che nella saga custodisce il tesoro del Reno, fu spedita per errore a Beirut in Libano, anziché a Bayreuth.

P.S.: i biglietti per il Festival wagneriano vanno prenotati con largo anticipo e con una complessa procedura. Altrimenti, un'occasione unica sono i due concerti che l'orchestra del Festival tiene ogni estate sul prato davanti alla Festspielhaus: gratuiti, per chiunque e persino con possibilità di fare picnic (!). Nel 2025, si terranno alle ore 20 del 24 e 28 luglio.

La Festspielhaus a Bayreuth - foto Shutterstock
La Festspielhaus a Bayreuth - foto Shutterstock

4. Sulle tracce di Wagner (e di Liszt)

La Bayreuth wagneriana, però, non si limita alla Festspielhaus e al Festival annuale. In città i luoghi legati al controverso compositore sono parecchi, uniti dal 2013 dalle venti tappe del "Walk of Wagner", che inizia dalla sua villa e termina proprio all'emblematica Festival Hall. Il percorso è segnato da 19 cubi di cemento dove si presentano personalità in qualche modo legate a Wagner, anche sorprendentemente: si va da Omero a Marx, da Budda a Shakespeare, e ovviamente a tanti musicisti come Bach (l'unico da lui apprezzato davvero), Haydn, Beethoven, Mendelssohn, Rossini.

L'avvio è dunque dalla Haus Wahnfried, la villa (fresca di un restauro del 2015) dove Wagner abitò e dove ultimò Il crepuscolo degli dèi (Götterdämmerung). Ospita dal 1976 gli archivi della Fondazione Wagner e il Richard Wagner Museum, che documenta in tre parti la vita e l'opera del musicista, l'impatto storico della sua opera e la storia del Festival di Bayreuth. Davanti alla villa, fra le siepi del verde Hofgarten, c'è la tomba del compositore e della moglie Cosima, una semplice lastra accanto a cui è sepolto il cane preferito di Wagner, un Terranova nero di nome Russ. Le Stationen della passeggiata wagneriana toccano poi, fra l'altro, il ristorante Angermann dove pranzava spesso, la sede della ditta Steingraeber che gli forniva i pianoforti, la casa dell'amica scrittrice Malwida von Meysenburg (la prima donna candidata al Nobel per la letteratura), la birreria Eule, il teatro dell'Opera dei Margravi dove diresse la Nona di Beethoven. Sul percorso, al 22 di Opernstrasse, c'è anche una panchina su cui siede una statua bronzea di Wagner, fotografatissima. E Franz Liszt, cosa c'entra?  C'entra, perché la seconda moglie di Wagner, Cosima, era figlia del grande pianista ungherese. Il quale morì in una casa, proprio dietro la Haus Wahnfried di Wagner, che oggi ospita il Franz Liszt Museum ed è sepolto nel cimitero cittadino (Stadtfriedhof) di Bayreuth.

Haus Wahnfried
La Haus Wahnfried a Bayreuth - foto Roberto Copello

5. Selvaggio Fichtelgebirge...

Bayreuth è il punto di partenza per esplorare le selvagge regioni del Fichtelgebirge, a nord est, e della Svizzera Francone, a sud-ovest. All'estremità nord orientale della Franconia, e dunque di tutta la Baviera, la catena montuosa del Fichtelgebirge è paragonata dagli abitanti locali a un grande ferro di cavallo fatto di granito, aperto verso est e che si innalza solo fino ai mille metri di altitudine. Regione particolarmente cara ai tedeschi per via del romantico paesaggio in cui si alternano valli e altipiani, foreste di abeti e bizzarre formazioni rocciose.

Impressiona in particolare è il labirinto di massi di Luisenburg, vicino a Wunsiedel: centinaia di enormi blocchi di granito accatastati fra gli alberi e lungo sentieri in salita, sparsi a casaccio come se un gigante si fosse divertito a lanciarli. Sono la scenografia naturale che fa da sfondo al grande teatro all'aperto dove da maggio a settembre si tengono i concerti del Luisenburg Festival. Ma sono anche un "terreno di gioco" per gli escursionisti, che possono avventurarsi fra stretti passaggi e lisce pareti, salendo fino ad alcuni suggestivi belvedere, la cui fama risale alla fine del Settecento. Tra i primi a salirvi fu Goethe, ma la fama della zona è stata eternata in particolare dalla gloria letteraria del luogo, l'ironico Johann Paul Friedrich Richter (1763-1825), a tutti noto come Jean Paul, che era nato proprio a Wunsiedel e morì a Bayreuth. A lui è stato dedicato un trekking di circa 200 km, lo Jean-Paul-Weg, completato nel 2012 e che attraversa i paesaggi cari allo scrittore romantico, con 150 pannelli lungo il cammino che riportano suoi frasi e suoi aforismi.

Luisenburg Felsenlabyrinth
Luisenburg Felsenlabyrinth - foto Roberto Copello
Luisenburg Felsenlabyrinth
Luisenburg Felsenlabyrinth - foto Roberto Copello

Il Fichtelgebirge, in cui si trova il 90 per cento dei tipi di minerali esistenti al mondo, nel Medioevo era la mecca mineraria d'Europa. Nel Settecento però l'industria agonizzava: per rivitalizzarla, nel 1792 la Corona di Prussia nominò direttore delle miniere l'appena 23enne Alexander von Humboldt. Il giovane naturalista ricoprì l'incarico per quattro anni, prima di partire per il Sudamerica, per il primo dei viaggi scientifici che lo avrebbero reso uno dei più grandi esploratori di tutti i tempi. Le caratteristiche geologiche del Fichtelgebirge ne hanno fatto anche il cuore di importanti attività artigianali. Se infatti in passato era un inesauribile fornitore di granito e vi si estraevano oro, argento e ferro, ciò per cui da tre secoli va famoso è soprattutto la porcellana. La sua epopea è narrata nel più grande museo d'Europa dedicato all'oro bianco, il Landesmuseum Porzellanikon, che ha due sedi: più industriale e tecnologica quella di Selb, nell'ex fabbrica del prestigioso marchio Rosenthal che ha chiuso nel 1969; più museale e culturale quella di Hohenberg an der Eger, allestita nella sede di Hutschenreuther, dove si risale fino al 1707 in cui Johann Friedrich Böttger e Ehrenfried Walther von Tschirnhaus inventarono la porcellana dura, aggiungendovi caolino.

6. ...e romantica Svizzera Francone

A sud-ovest di Bayreuth, è invece il regno del calcare la Svizzera Francone (Frankische Schweiz), così chiamata per l'aspetto alpino e selvaggio dei suoi rilievi. Da non confondersi con la Svizzera sassone (che si trova assai più a nord), è una delle più antiche zone di vacanza dei tedeschi, che sin dall'Ottocento vi hanno visto una sintetica culla dello spirito romantico. Oltre che uno dei più estesi parchi naturali della Germania, con 345 castelli medievali e 4500 km di sentieri, da queste parti c'è anche una delle più alte concentrazioni di birrerie della nazione.

Suggestive poi le grotte carsiche, almeno un migliaio e spesso attrezzate per la visita. La più grande e famosa è la Grotta del diavolo (Teufelshöhle), scoperta nel 1922: si scende per 1500 metri fra bizzarre stalattiti e stalagmiti, uscendo poi in un labirinto di grandi massi. Una galleria laterale è utilizzata per i trattamenti terapeutici della speleoterapia: l'aria priva di pollini e polveri dà sollievo a chi soffre di asma, allergie e altre patologie respiratorie. La Grotta del diavolo si trova nel territorio di Pottenstein, bel villaggio dalle case a graticcio, dominato da un massiccio castello che fu residenza dei principi vescovi di Bamberga. 

Teufelshoehle (Grotta del diavolo) Pottenstein
Teufelshoehle (Grotta del diavolo) a Pottenstein - foto Roberto Copello
Pottenstein
Pottenstein - foto Roberto Copello

Impressionante è anche il Riesenburg, enorme grotta il cui soffitto è crollato per l'azione dell'acqua sulla dolomia della Franconia, creando così tre grandi archi di roccia, anche di dieci metri, sotto i quali si sale su un ripido sentiero. Si raggiunge lungo la statale 2191, una dozzina di km a nord ovest di Pottenstein. Prima, però, occorre far sosta nel villaggio medievale di Tüchersfeld, famoso per le case a graticcio dominate da enormi roccioni conici che sembrano quasi inglobarle. Si tratta di scogliere emerse dal fondale marino durante il Cretaceo Superiore e che sono state premiate come il geotopo più bello della Baviera. Il surreale paesaggio da esse formato si è imposto come un simbolo della Svizzera Francone, tanto da essere stato riprodotto anche su un francobollo della Deutsche Post. 

Tüchersfeld
Tüchersfeld - foto Roberto Copello
Versturzhoehle Riesenburg
Versturzhoehle Riesenburg - foto Roberto Copello

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