Il primo videogame sui Pokemon uscì nel 1996 per il Gameboy e divenne estremamente popolare, vendendo fra sequel e spin off qualcosa come 280milioni di copie. Sono passati vent’anni, i ragazzini di allora sono cresciuti, ma evidentemente la passione è rimasta forte, se è vero che Pokemon Go è la app più scaricata di sempre ed è il trend topic su twitter, per dirne una, oltre a una vera e propria mania.
Anche per la nuova app, l’idea di fondo è quella di sempre: il giocatore è un allenatore di Pokemon, queste simpatiche creaturine colorate che hanno la capacità di evolvere, ovvero diventare momentaneamente più grandi, forti e potenti, così da sfidare in combattimento altri allenatori. I Pokemon non sono tutti uguali: più sono rari, ovviamente e più sono forti. Perciò è fondamentale trovarli.
Pokemon Go si incentra proprio su questo, la ricerca di nuovi Pokemon. Ma lo fa sfruttando la realtà aumentata e il sistema Gps. Intorno a noi sono nascoste centinaia e centinaia di pokemon che aspettano solo di essere agganciati. Naturalmente per “vederli” è necessario attivare la app, il che spiega perché spesso si vedono in giro ragazzini (e non solo) vagare per la città e per le campagne fissando lo schermo del cellulare: è solo filtrando la realtà attraverso lo schermo, questo il senso della realtà aumentata, che si possono individuare.
I luoghi in cui si trovano i Pokemon sono prestabiliti, così come sono stabiliti i pokéstop, luoghi dove ricevere oggetti indispensabili nel gioco, come la Pokeball per catturare i mostriciattoli; questi ultimi sono punti di interesse di Google Maps, come monumenti, installazioni artistiche, edifici importanti e così via. Dunque è già possibile fare una mappatura dei pokéstop, anche se molto circostanziata, perché i luoghi sono davvero moltissimi.
La sede del Touring è fra questi: davanti al palazzo di corso Italia 10, a Milano, è infatti possibile trovare un animaletto (o in alternativa una pokeball e altri potenziamenti necessari al gioco). Altri pokéstop in centro a Milano sono palazzo Marino, sede del Comune di Milano, nella piazza omonima; il monumento di piazza Diaz; la chiesa di S. Satiro, i ruderi della chiesa di S .Giovani in Conca, che tra l’altro sono due luoghi Aperti per voi dai volontari Tci per il Patrimonio culturale (per saperne di più, clicca qui). Chissà che la mania del momento non porti un piacevolissimo effetto collaterale: portare i giovanissimi presso luoghi d’arte e cultura che fino a ieri ignoravano, invogliandoli a entrare e a visitarli.