La prima cosa che salta agli occhi è di ordine estetico. Guardandolo la copertina, "La Faglia" – primo volume della collana Fuoricampo del Touring Club Italiano firmato dagli spagnoli Carlos Spottorno e Guillermo Abril – sembrerebbe un libro fotografico, sfogliandolo ci si accorge che è un oggetto letterario diverso. Verrebbe quasi da dire che è un “fotoromanzo”, perché gli assomiglia almeno dal punto di vista estetico. «Ma fotoromanzo non va bene» mette le mani avanti Carlos Spottorno «perché è una definizione che ti porta in altro luogo mentale. E invece il distacco è sostanziale perché quella è finzione, invenzione pura mentre il nostro è giornalismo, ha una base di realtà: luoghi, fatti e persone sono veri, il racconto è un racconto giornalistico» spiega il fotografo due volte vincitore del World Press Photo. «Il fotoromanzo storicamente spesso era un dramma, una storia d’amore che alle volte sconfinava nel soft-porn, insomma un immaginario da cui ci volevamo allontanare. Ci siamo chiesti mille volte questo che vogliamo fare, come lo chiamiamo, non siamo riusciti a trovare un nome migliore di “photographic novel”, che rimanda alla graphic novel come idea, ma ancora alla fotografia, che è la sua matrice e il frutto del mio mestiere», aggiunge. 

Riflessioni sulla frontiera

Mestiere di fotografo che Carlos Spottorno ha esercitato per anni, coprendo per anni i maggiori eventi di cronaca internazionale per la stampa spagnola ed estera. «Una decina di anni fa con Guillermo abbiamo fatto un lungo lavoro di reportage sulle frontiere d’Europa, frutto di tanti viaggi e tante storie. Sul settimanale dove è uscito gli hanno dedicato 24 pagine testo e foto, tantissime. Ma proprio in quella occasione mi sono reso conto che non era abbastanza, perché un giornale invecchia e muore in 24 ore, mentre quella storia che parlava di immigrazione, frontiere, problemi fondamentali e ineludibili era una storia da libro» prosegue. «La questione però era, che tipo di libro» racconta Spottorno. «I libri fotografici non vendono, costano tanto e non incidono sulla realtà. E io volevo che quella storia così importante incidesse». Ma come si poteva farlo?

«Sono arrivato alla conclusione che serve un principio narrativo, perché dalle incisioni rupestri ai geroglifici fino ai cicli di affreschi medievali, le immagini in sequenza raccontano storie, se ben cucite sono comprensibili a tutti. Proprio quello che in questo secolo fanno i fumetti che per molti di noi sono stati la prima porta di ingresso alla letteratura e conoscenza del mondo. E allora mi sono detto, perché non posso fare un racconto visivo, sequenziale, che mescoli immagini e parole e così sia in grado di arrivare a un pubblico diverso, più ampio di quello di un giornale o una mostra» continua il fotografo spagnolo. «Certo non è stato facile, perché bisognava trovare il modo corretto di trattare le immagini affinché non fossero piatte, ma che neanche diventassero un disegno, che fossero astratte ma rimanessero immagini che testimoniano qualcosa». 

Dalla Crepa alla Faglia

Ne è nato un primo libro, La Crepa, che frutto di diversi reportage realizzati con medesima tecnica di “photographic novel” usata per La Faglia, di cui un estratto è stato pubblicato sul primo numero della rivista-libro Mappe, Confini. «Confini e frontiere secondo noi sono la chiave per raccontare l’Europa di oggi. Basta pensare a quanto la questione migratoria influisca sulle elezioni in qualsiasi Paese del continente». E se La Crepa rifletteva sulle fratture esistenti ai margini della Fortezza Europa, quelle che finiscono in prima pagina con naufragi, filo spinato e centri di detenzione temporanea, La Faglia investiga di qualcosa che volendo vedere è più profondo, meno appariscente, ma legato allo stesso tema: le divisioni dell’Europa.

«Il libro nasce dalla richiesta di una istituzione austriaca, di Innsbruck, che voleva un nostro intervento artistico sul loro territorio. Una parte d’Europa, il Tirolo e il Sud Tirolo, che noi non conoscevamo, di cui in Spagna si sa poco, ma dove ci è apparso subito chiaro che ci fosse una storia interessante, tutta da investigare. La storia di un nazionalismo storico, di una tensione sopita intorno a una frontiera creata a cannonate oltre un secolo fa, durante la prima guerra mondiale. La storia di un Paradiso costruito sopra le ceneri del passato storia. Il Paradiso che si trova attorno a un frontiera dove oggi tutti vivono bene, al punto che sono diventati un esempio di convivenza per tutta Europa. Un tema che a noi spagnoli, con tutte le tensioni nazionalistiche con cui conviviamo da decenni, interessa molto», spiega Spottorno. 

Un esempio di convivenza

Quella tra Alto Adige e Sud Tirolo è una frontiera antica: nel libro alcune pagine sono dedicate a Oetzi, la mummia del Similaun che forse, suggeriscono i due autori in La Faglia, è stata la prima vittima delle frontiera. Eppure in quella che per decenni è stata una terra povera, che viveva in uno stato di tensione costante, le cose sono decisamente cambiate negli ultimi anni. 

Che idea vi siete fatti della convivenza in quelle terre? «Viaggiando sul territorio e nella storia, siamo andati oltre la cartolina bellissima, tutta mucche, prati ben tenuti e case di legno, e ci siamo resi conto che quella è una cicatrice appena guarita, ma sotto cova qualcosa. All’apparenza, ma anche nei fatti – è innegabile –, tutto funziona, tutto è incredibilmente ordinato e perfetto. Ma dopo un po’ che parli, scopri che tutti in famiglia hanno una storia legata a questa faglia sotterranea: che siano stati optanti ai tempi del fascismo, terroristi all’epoca degli attentati ai tralicci, fascisti venuti per italianizzare le terre redente. Quel che colpisce comunque è che sono riusciti a mettere da parte il passato e –  in nome di un pragmatismo spinto dal turismo e dal benessere economico – si sono messi d’accordo e convivono» prosegue Spottorno. «Pensano al futuro, invece che stare lì a grattare il passato. Con un atteggiamento intelligente costruiscono ponti e tunnel attraverso e sotto le frontiere», continua. «Siamo arrivati a questa conclusione: la pace sociale attecchisce anche su pochi metri di terra fertile, nonostante sotto ci siamo decine di metri di problemi. Basta volerlo, basta esercitare l’arte del rispetto e delle buone maniere». 

Questioni per il futuro

Che poi, i problemi, ricordano Spottorno e Abril nel loro libro sono comunque dietro l’angolo. «La questione della frontiera è stata sostituita da un’altra, più grande: adesso sono tutti contro gli immigrati, da un lato e dall’altro, in Italia e in Austria. C’è una nuova emergenza, una nuova paura: ci siamo noi, quelli che viviamo qui, e ci solo loro, quelli che arrivano. All’identità nazionale viene sostituita un’identità più ampia, bianca e cristiana, e lo scontro si ripropone. Anche se alla fine, si spera che trionfi un’idea diversa, un europeismo in cui tutti ci si riconosce, al di là delle frontiere». Un’ideale capace di scavalcare la Faglia, per quanto profonda sia.

Informazioni

La Faglia, di Carlos Spottorno e Guillermo Abril
Collana Fuoricampo
Pagine 72, formato 20,5x29 cm
Prezzo 19 euro, agli iscritti TCI 15,20 euro
In tutte le librerie, nei Punti Touring, sugli store online e su touringclubstore.com.
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