«Non sono storie da fumetti». Ma chissà quali sono allora le storie da fumetti, forse quelle per bambini, chi può dirlo. «Non sono storie da fumetti» è la frase che dice uno degli anziani Dene – una popolazione autoctona del nord del Canada – che il
fumettista Joe Sacco intervista nel suo
Tributo alla terra.
Non sono storie da fumetti è anche quello che pensava Jean-Marc Rochette, illustratore francese assai famoso nel settore, che ci ha messo anni, anzi decenni, prima di raccontare la sua passione giovanile per la montagna e le scalate in una graphic novel, Parete Nord, tanto bella quanto sorprendente. Sorprendente perché parla di alpinismo e scalate, materie raramente affrontate dai fumettisti e invece normalmente appannaggio di dozzine di racconti spesso retorici, altrettanto spesso mal scritti, che narrano di imprese eroiche, questo sì, ma di certo non belle letture a prescindere dell’interesse per la materia. E invece Jean-Marc Rochette in questo libro – tradotto in italiano da Paolo Cognetti – disegna una graphic novel che parla di vette e scalate, ma è soprattutto una bella lettura che sfocia nella letteratura.
Come è sempre una bella lettura ogni libro di Joe Sacco, che a differenza di Rochette nella vita si è dedicato al reportage a fumetti fin da subito e ha deciso che questa era la sua chiava per raccontare il mondo e quel che accade. Così dalla guerra di Bosnia alla continua tragedia palestinese, Sacco periodicamente regala libri densi che parlano di posti incredibili e problematici, di cui lui sviscera la storia in tavole dettagliatissime con una approfondimento della materia tipico del buon reportage americano.
Tributo alla terra racconta la storia assai complessa dei Dene – popolazione indigena che abita le foreste dei Territori del Nord-Ovest canadesi – e del loro incontro con la modernità occidentale. Un incontro che è sempre stato uno scontro, basato su trattati ineguali e soprattutto sui convitti obbligatori in cui generazioni di ragazzini sono stati mandati per imparare lingua e filosofia di vita degli invasori. Un modo in apparenza corretto per sradicare dalla vita tradizionale migliaia di ragazzini. Un vita dura quella dei Dene: vita nomade, caccia e pesca di mera sussistenza nel gelo, vita a contatto con la natura, rispettata e custodita come madre terra perché così vuole la loro spiritualità. Non sarebbe storia da fumetto, potrebbe ancora sostenere qualcuno, più da saggio antropologico, e invece lo è: illustrata con precisione, raccontata con empatia ed esercizio del dubbio da Joe Sacco, disegnatore che più di altri ha portato il reportage e le sue regole nei baloons dei fumetti. Se per Hugo Pratt il fumetto era letteratura disegnata, con Sacco diventa giornalismo illustrato. Gran giornalismo, peraltro.
Ed è un gran modo di raccontare una storia di montagna quello di Jean-Marc Rochette, che però fa di più: compone un romanzo di formazione d'alta quota. La sua formazione: quella di un giovane cresciuto nella provincia francese di Grenoble con poca passione per la scuola e molta invece per la montagna, quella di casa, quella del massiccio degli Écrins, nelle Alpi del Delfinato. Un libro che racconta un percorso di iniziazione alla vita senza ipocrisia e senza retorica. Riuscendo a far comprendere che cosa passa per la testa di un sedicenne che si avvicina alle vette, ne scopre il magnetismo, ma anche la paurosa durezza, un ragazzo che vorrebbe diventare una guida alpina e invece finisce per fare il disegnatore.
Ma a ben vedere nel suo caso, come anche in quello di Joe Sacco, disegnare non è che un altro modo di esprimere il proprio desiderio di esplorare e raccontare il mondo. Perché ogni storia, a ben vedere, può anche essere una storia da fumetto.
Joe Sacco, Tributo alla terra, Rizzoli Lizard, pag. 264, 25 €
Jean-Marc Rochette, Parete Nord, Ippocampo, pag. 286, 25 €