Onesto ed economico. Sano, ma non salutista. Spesso buono, alle volte ottimo. Fin da quando sull’atlante della storia mondiale sono comparse le prime città il cibo di strada è una risorsa a basso prezzo per gli inurbati e una delizia per i golosi. Delizia che adesso viene festeggiata a Cesena, con la sesta edizione del Festival del cibo di strada che si terrà da oggi a domenica sera.
Per tre giorni il centro della cittadina romagnola sarà ravvivato da una ventina di isole gastronomiche che proporranno i cibi di strada d’Italia e del mondo: dal Messico all’India, dalla Grecia al Kurdistan, dal Venezuela alla Provenza, dal Perù al Marocco, dal Brasile alla Spagna. Senza però dimenticare le specialità provenienti dalle diverse regioni italiane: dal lampredotto fiorentino alla focaccia e fainà ligure, passando per würstel altoatesini, zeppole campane e ovviamente la piadina, che qui gioca in casa.
Occasione dunque per assaggiare specialità. Ma anche per riflettere. Sabato alle 11.30 infatti si terrà il convegno "Cibo di strada e prodotti locali. Qualità e tipicità, un binomio da difendere", dove interverranno Corrado Barberis, studioso delle trasformazioni delle campagne italiane e presidente dell’Istituto nazionale di sociologia rurale, e Silvio Barbero, vicepresidente Slow Food Italia. Il Festival ospita anche le Officine Gastronomiche di world food, laboratori (durata un’ora, costo 10 euro, meglio prenotare al 348.8601886 oppure 348.7517095) sul cibo di strada nel Mediterraneo e nel mondo, condotti da Chef Kumalè, che è anche il curatore della sezione internazionale.
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