A Piacenza, fino al 30 giugno è allestita una mostra davvero particolare: sia per il contenitore - un gioiello architettonico del Settecento chiuso al pubblico da decenni ed eccezionalmente riaperto per l’evento - sia per il contenuto - le sculture inedite di Christian Zucconi, artista che stupisce sempre per la sua capacità di innovazione.

La mostra si intitola In attesa del buio ed è ospitata nella ex chiesa delle Teresiane, preziosa struttura a pianta centrale in un’unica aula costruita nel XVIII secolo per la clausura.  "Era il 1964 quando la comunità delle Suore Carmelitane Scalze sceglieva di abbandonare questo monastero, spogliandolo di tutti i suoi arredi, per ritirarsi in uno di nuova costruzione ai margini della città" spiega il curatore Manuel Ferrari. "Da allora la chiesa e le strutture annesse sono cadute nell’oblio, fino al parziale recupero avvenuto nel 2010 a opera del Pio Ritiro Cerati". Oggi è diventato un luogo per eventi, come quello che è stato creato per le opere di Christian Zucconi. "Un buio rotto dalle sole opere sulle quali cala un occhio di luce" continua Ferrari. "La chiesa, nella penombra, è diventata madre delle opere di Christian, le custodisce con la sacralità che gli è propria, le accoglie in attesa di nuova luce. In questo spazio sospeso, ogni azione, ogni gesto evoca un’antica preghiera, quella delle litanie che le monache snocciolavano celate dietro le massicce grate di ferro a fianco dell’altar maggiore".

La mostra raccoglie quasi tutte le opere realizzate da Zucconi (classe 1978) negli ultimi cinque anni, lasso di tempo in cui a partire da Madonna dell’assenza, del 2019, l’artista matura una visione crepuscolare ed elegiaca, che trascende il presente per collocarsi in un altrove mitico. La meditazione sull’umano e sulle sue profondità lo porta a concepire figure dagli occhi inesorabilmente chiusi, che sembrano implodere sul vuoto, aprirsi come petali di rosa per esalare l’ultimo respiro, gemmare in concrezioni di arti e volti in un susseguirsi di stati. Zucconi propone una riflessione sulla percezione di vuoto morale, religioso, filosofico ed esistenziale dell’uomo contemporaneo, interpretata come nostalgico ripiegamento su di un’incolmabile assenza. "Conosco Christian da molti anni" spiega Ferrari. "Ho sempre apprezzato di lui la franchezza del porsi, che si traduce nell’onestà delle sue opere. Scolpisce ciò che sente, ciò che sogna, scolpisce quell’intima sfera degli affetti che lo ha accompagnato lungo la vita. Un uomo lontano da qualsiasi forma di compromesso o accomodamento, attento a non inclinare quel mondo di valori per lui fondanti e generativi che talvolta l’esistenza può deprimere". 

Christian Zucconi, Canto del Vento

In queste opere Zucconi è partito da un modello al vivo: fatta eccezione per Madonna dell’assenza, tutte le opere in mostra sono modellate sulla compagna Greta di Lorenzo, di volta in volta chiamata a prove posturali estenuanti durante lunghe sessioni di calco dal vivo. Dal modello in gesso, attraverso la tradizionale tecnica dei “tre punti”, l’artista passa alla trasposizione nel travertino rosso persiano, materiale calcareo e stratificato che soffre di buchi, aperture e rotture ma brilla di concrezioni cristalline.

Christian Zucconi, Ombre lunari

Ad accompagnare le opere alcuni commenti poetici che evocano lo stato d’animo in cui sono state concepite e un commento sonoro che ricorda le preghiere e le litanie che per tanti anni hanno riecheggiato sotto la cupola. Dalla chiesa, la mostra continua nella Sala della ruota degli esposti, dove il video di Greta di Lorenzo racconta la lavorazione di Canto delle foglie, finita poche settimane prima dell’inaugurazione.

Christian Zucconi, Madonna del sonno

INFORMAZIONI

CHRISTIAN ZUCCONI. IN ATTESA DEL BUIO
A cura di Manuel Ferrari
Ex chiesa delle Teresiane, Stradone Farnese 73 - Piacenza
Fino al 30 giugno. Venerdì 15-19; sabato e domenica 9-12/15-19. Ingresso libero.
Venerdì 10 maggio dalle 18.30 lettura dal vivo di Lorena Nocera.
Sabato 22 giugno anche 20.30-22 in occasione di Aperti per Voi sotto le Stelle.