Si terrà sabato 11 maggio, al teatro Mario Del Monaco di Treviso, l'ottava edizione del Premio Parise per il reportage, genere giornalistico in cui lo scrittore eccelleva. Che si trattasse di immergersi in Guerre politiche (Biafra, Vietnam, Laos...) o di raccontare viaggi, L'eleganza è frigida (Giappone) o Cara Cina, Goffredo Parisi (1929-86) era sempre pronto a partire, ma conosceva l'arte di ritornare. E negli ultimi anni della vita tornerà nella “patria veneta”, sia pure nei dintorni di Treviso e non a Vicenza dove era nato e cresciuto.

Figlio di N. N., per la precisione di “padre ignoto”, a otto anni Parise viene adottato da Osvaldo Parise, direttore del Giornale di Vicenza che ha sposato sua madre, Ida Wanda Bertoli. Finisce così per lui un'infanzia povera, segnata dal fallimento del nonno materno, fabbricante di biciclette, e dopo il liceo si aprono anche le porte del giornalismo. 

Il ragazzo ama la pittura e la letteratura: sarà quest'ultima a prenderlo con sé, ma la passione carsica per la carta stampata lo accompagnerà fino alla fine. Del resto il suo stile, materico anche se mentale, il suo osservare l'invisibile attraverso il visibile, il profondo che trapela in superficie, si addicono alla scrittura giornalistica, al reportage in particolare. Persino i racconti del suo libro più celebre, I sillabari, escono prima sul Corriere, poi confluiscono in due libri e vincono lo Strega nell'82.

Istituito allo scopo di valorizzare la figura dello scrittore e il suo legame con il territorio, attualizzandone l'eredità, il Premio Parise è stato fondato da Antonio Barzaghi e dalla moglie, Maria Rosaria Nevola. Non manca la collaborazione del sindaco di Salgareda, Andrea Favaretto, presidente del Premio. 

A Salgareda si trova la “casa delle fate”, la rustica abitazione golenale vista da Parise durante una cavalcata, comprata ed eletta a rifugio per tornare in patria e scappare da Roma come per chiudere il cerchio, riunirsi alle cose essenziali, in una natura a metà tra le Dolomiti e la laguna, dove lo stesso vento che sa ancora di neve muove le maree. Quando la vede era ancora un rudere nel bosco golenale, vicina al centro del paese ma come remota, un'isola nella natura e tale è rimasta. 

A causa di problemi di salute, lo scrittore si trasferirà in una più moderna abitazione a Ponte di Piave per passare gli ultimi anni di vita con Omaira, la giovane figlia del fabbro di Salgareda e spegnersi nel 1986 a 57 anni non ancora compiuti.

Oltre all'autore di un reportage (tivù, Internet e carta stampata), dall'anno scorso la seconda sezione del Premio Parise è riservata a un'impresa etica in ricordo dell'impegno dello scrittore nel raccontare l'azienda (Il padrone, libro ispirato alla figura di Livio Garzanti e al periodo milanese). 

Una terza sezione riguarda invece gli studenti dell'università Ca' Foscari di Venezia, città dove Parise ha vissuto intorno ai venti anni e pubblicato il suo libro d'esordio, Il ragazzo morto e le comete, romanzo poetico e lunare, lontano dal neorealismo imperante all'epoca. 

Tutta l'opera di Parise è edita da Adelphi.

INFORMAZIONI

Sito web www.premiogoffredoparise.it