Un’opera grandiosa, come quella delle vicine piramidi, non a caso le uniche sopravvissute tra le sette meraviglie del mondo antico. Il Gem, il grande Museo egizio di Giza, al Cairo, ambisce a voler essere per dimensioni, design e contenuti, una delle meraviglie del mondo contemporaneo.

Doveva essere pronto nel 2012. Ma l’inaugurazione è stata posposta per sette volte per motivi vari. Doveva costare 300 milioni di euro, alla fine il saldo raggiunge un miliardo e 200 milioni. Ma ora ci siamo. Il 1 novembre è avvenuta l'inaugurazione ufficiale delle 52 aree in cui si suddivide il Gem (finora ne sono state aperte solo 12) con la chicca più ambita, uno spazio enorme dedicato unicamente al ricco tesoro di Turankamon (uno dei grandi misteri dell’antico Egitto). 

foto Egyptian Tourism Authority

Ascensori e scale mobili portano velocemente nella area espositiva sui vari piani. Nel grande atrio troneggia, circondata da una piscina triangolare, l’enorme statua di Ramsete II trasportata con una cerimonia spettacolare dalla vecchia sede del museo (che rimane aperto e mantiene ancora un fascino vintage da non sottovalutare).

Tutto il design e l’architettura esterna e gli interni del Gem riprendono e ripetono all’infinito il tema della piramide, che, così come gli obelischi, aveva per gli Egizi un significato religioso preciso di collegamento tra il mondo terreno e la divinità.

foto Egyptian Tourism Authority

Oltre alle grandi aree dove sono esposti statue, reperti di scavi, tombe, oggetti di vita quotidiana, c’è anche un’area di ricerca e scavi, un vasto giardino fitto di palmizi e un tunnel sotterraneo che porta, durante la stagione calda, fino alla prossimità delle piramidi e della Sfinge. 

foto Egyptian Tourism Authority

I grandi testimonial del Gem sono stati l’attore Omar Sharif e Zaky Hawass, il noto egittologo (ex direttore dell’istituto egiziano a Roma e ministro della cultura sotto il presidente Mubarak).

Unico neo, l’assenza di alcuni oggetti iconici della antica cultura egizia sparsi nei vari musei europei. Ne è stata più volte richiesta la restituzione ma senza esito, così come a vuoto sono andate le richieste di prestiti momentanei. Si tratta della Stele di Rosetta nel British Museum di Londra, del busto e la testa di Nefertiti nel museo di Berlino, della statua dello scriba e quella in basalto di Ramses nel Louvre di Parigi, così come l’elenco completo, unico al mondo, degli oltre 600 faraoni, presente nelle raccolte del Museo Egizio di Torino (ma non esposta al pubblico).  

Ristoranti, bazar, e bookshop caffè e bistro sono tutti posizionati nella vasta hall dove si arriva a piedi ma anche con comodi cart elettrici.