Uno scheletro di pietra bianca che si stagliava contro il cielo plumbeo d’autunno. La Basilica di San Benedetto, simbolo millenario di Norcia e culla spirituale dell'Europa benedettina, era diventata in un pugno di ore il simbolo di una comunità ferita che a stento rimaneva ancora in piedi dopo che il 30 ottobre 2016, un terremoto di magnitudo 6.5 aveva devastato il cuore dell'Italia centrale, dopo aver già annientato Amatrice il 24 agosto precedente, causando 303 vittime e decine di migliaia di sfollati

Allora la facciata tardogotica pareva stare in piedi per miracolo, sospesa nel vuoto come un fantasma di se stessa. Attorno, il caos delle macerie, la polvere che si infiltrava ovunque, il silenzio attonito di una comunità in ginocchio.

Nove anni dopo, il ritorno alla vita. Oggi 31 ottobre 2025, la Basilica di San Benedetto riapre dopo un cantiere monumentale che ha rappresentato molto più di un semplice restauro: è stata una sfida tecnologica, un atto di fede collettiva, un simbolo di resilienza per un territorio ancora ferito. La chiesa che sembrava destinata a rimanere un monumento alla distruzione è tornata a essere ciò che era sempre stata: il cuore pulsante di Norcia, la casa del santo che nel V secolo nacque proprio qui e che avrebbe cambiato la storia della spiritualità europea.

La basilica dopo il sisma del 2016

30 ottobre 2016, la terra trema

Quel maledetto 30 ottobre alle 7.40 del mattino, la terra tremò con una violenza inaudita. L'epicentro era tra Norcia, Preci e Castelsantangelo sul Nera. In pochi secondi, la Basilica di San Benedetto collassò per l'ottanta per cento delle sue superfici. Crollarono del tutto le coperture e la parete destra, mentre la metà superiore del campanile franò sulle volte sottostanti. La cripta romanica, testimonianza del XIII secolo costruita su un ambiente romano del I secolo, venne sommersa dai detriti.

Del cinquecentesco Portico delle Misure, con i suoi nove recipienti di pietra usati come unità di misura per i cereali, rimasero solo il primo arco e la prima colonna. L'immagine di quella facciata esile che pareva reggersi sul nulla, fotografata migliaia di volte, fece il giro del mondo come simbolo di una tragedia che aveva colpito oltre 130 comuni tra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo.

Detriti, durante il restauro della basilica di Norcia
Detriti, durante il restauro della basilica di Norcia / Immagine Studio Berlucchi.it

Per Norcia e la Valnerina fu un colpo devastante. La Basilica, fondata nell'antichità sulla casa natale di San Benedetto (480 d.C.) ed eretta nella sua forma attuale nel 1389, era stata già rimaneggiata più volte nei secoli a causa dei terremoti ricorrenti – non ultimo quello del 1859. Dopo il sisma del 1997 era stata restaurata con cura. Ma nulla aveva potuto contro la virulenza delle scosse del 30 ottobre 2016.

A dicembre 2017, dentro la Basilica c'erano ancora tre metri di detriti. Rimuoverli richiese quasi tre anni di cautela estrema: quelle macerie, a loro modo, puntellavano le murature superstiti. Cinquemila pietre vennero recuperate, schedate una ad una in base alla loro posizione originale nell'edificio, pronte per essere riutilizzate. Fu un lavoro certosino, rallentato anche da qualche intoppo con le imprese, ma necessario per salvare il salvabile.

Uno dei pilastri ricollocati nella basilica di Norcia
Uno dei pilastri ricollocati in situ / foto uss-sisma2016.cultura.gov.it

Il dibattito: ricostruire o reinventare?

Nell'aprile 2017, l'arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, lanciò una proposta coraggiosa: bandire un concorso internazionale per un progetto innovativo che collegasse le porzioni superstiti della Basilica a un'aula liturgica nuova, che custodisse la memoria del passato aprendosi al presente e al futuro. Molti abitanti di Norcia si dissero contrari. La ferita era troppo fresca, il legame con la chiesa com'era troppo forte.

Nella primavera del 2018, l'allora ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini istituì una commissione presieduta da Antonio Paolucci, già commissario governativo per la Basilica di San Francesco ad Assisi dopo il terremoto del 1997, affiancato da Giovanni Carbonara. A fine ottobre 2018 arrivò il responso che avrebbe tracciato la strada: "La chiesa dovrà somigliare per quanto possibile a com'era prima del sisma. Deve essere un intervento di restauro, non una ricostruzione creativa". Mantenendo gli stessi volumi, si doveva puntare al miglior adeguamento sismico possibile, con tecniche tradizionali e innovative. Perché a Norcia i terremoti prima o poi tornano sempre.

Ricostruzione della parte di volta a botte della basilica di Norcia
Ricostruzione della parte di volta a botte della basilica di Norcia / uss-sisma2016.cultura.gov.it

La svolta del 2019 e l'avvio dei lavori

Il 6 maggio 2019 segnò la svolta decisiva. Il commissario per il sisma Giovanni Legnini firmò sette ordinanze speciali, una delle quali dedicata alla ricostruzione della Basilica di San Benedetto. L'investimento complessivo fu quantificato in circa 15 milioni di euro.

Il 2020 portò il blocco della pandemia Covid-19, che rallentò tutto. Ma finalmente, nel novembre 2021, il cantiere aprì. Il cuore dell'intervento è stato il miglioramento sismico.

il restauro della basilica di Norcia
il restauro della basilica di Norcia / foto uss-sisma2016.cultura.gov.it

Le scoperte: tre affreschi tornati alla luce

Come spesso accade, durante il restauro sono emersi anche tesori inaspettati. Tre affreschi sono tornati alla luce durante i lavori. Il primo, scoperto nel giugno 2024 spostando un imponente bancone secentesco nella sagrestia, è una Crocifissione tra santi attribuita a un pittore di ambito umbro della metà del Trecento. Il secondo, rinvenuto nell'estate 2018, è una Madonna con Bambino e angeli in una nicchia gotica del 1475. Il terzo, e più importante, apparve nel luglio 2020 nel transetto sinistro: raffigura la Madonna col Bambino, San Benedetto e San Gregorio, e risale all'ultimo quarto del XV secolo. Secondo lo storico dell'arte Gianluca Delogu, potrebbe essere opera di un grande maestro.

Ricostruzione della parte di volta a botte, progetto
Ricostruzione della parte di volta a botte, progetto / uss-sisma2016.cultura.gov.it

Il soffitto presenta una novità significativa. Lo Studio Gomes Berlucchi, vincitore del concorso internazionale, ha previsto un controsoffitto che vuole ricordare la spazialità settecentesca della chiesa. Fino ai primi del Novecento, la Basilica aveva avuto un controsoffitto con tre tele incorniciate. Il nuovo è costituito da lamelle in legno disposte in modo tale che, quando le capriate sono illuminate, dalla navata se ne percepisce la presenza. "Una ricostruzione è sempre una novità, ha bisogno di essere metabolizzata", riflette con prudenza Vanessa Squadroni.

Il progetto illuminotecnico
Il progetto illuminotecnico / Immagine Studio Berlucchi.it

Ed eccoci a oggi. Alle 16.30, monsignor Renato Boccardo celebrerà la messa inaugurale. Saranno presenti tutte le istituzioni che hanno partecipato al progetto dal 2016: il Commissario straordinario del Governo per il sisma, il Ministero della Cultura con la Soprintendenza speciale per il sisma e quella umbra, la Regione Umbria, il Comune di Norcia, da tempo valorizzato dalla Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Sarà un momento di gioia, ma anche di consapevolezza. Perché nella diocesi le chiese ancora inagibili, comprese tutte quelle di Norcia, superano quota 300. I cantieri partono, ma nei piccoli centri lo spopolamento incombe come una minaccia silenziosa.

Il recupero della Basilica di San Benedetto è frutto di un impegno collettivo straordinario: un intreccio di competenze tecniche, risorse economiche, passione civile e fede. Le sue pietre bianche tornano a illuminare Norcia e la Valnerina. Quello scheletro spettrale del 2016, simbolo di devastazione, è oggi un simbolo di rinascita.

La fotografia d'archivio del Tci venduta nel 2016 per la raccolta fondi per la ricostruzione
La fotografia d'archivio del Tci venduta nel 2016 per la raccolta fondi per la ricostruzione