Installazioni, murales, gallerie, musei. Nella città emiratina, nata nel 1971 insieme agli altri sei Emirati Arabi Uniti, l’arte è ovunque. Questa attenzione per la creatività segue quella dedicata allo sviluppo edilizio di una metropoli che 50 anni fa era poco più di un villaggio di pescatori e ora conta 4 milioni di abitanti dei quali il 90 per cento stranieri. La cultura è stata ed è un focus fondamentale che non solo ha messo Dubai al centro delle mappe della contemporaneità, ma ha anche aperto la porta su un mondo affascinante che mescola influenze arabe, orientali e occidentali.

Questa incredibile fusione culturale si avverte subito camminando per le strade della zona di Arserkal Avenue. In un reticolo di vie si concentrano decine di gallerie, showroom, studi di architetti, designer e insegnanti di yoga. C’è anche il Cinema Akil, piccolo, in stile vintage e con una programmazione molto originale, anch’essa più votata all’arte che alle pellicole più commerciali. “Questa zona è molto particolare perché è nata proprio per ospitare i creativi ed è per questo che ho deciso di aprire qui la mia galleria”, racconta Mara Firetti alla guida di Firetti Contemporary. “Anche mia figlia dopo un’esperienza come curatrice a Londra ha deciso di lavorare con me perché era in cerca di un ambiente diverso da quello europeo, ancora da costruire per certi versi”.

Con la popolazione in costante crescita, aumenta anche la richiesta di spazi dedicati all’arte e alla cultura che gli expat frequentano con assiduità. Uno dei più apprezzati è il Jameel Art Center dove lavora un altro italiano, Giacomo Lamborizio, che racconta: “Il Jameel è un’istituzione indipendente basata sulla ricerca e con una forte propensione alla comunità. Anche nella pianificazione delle mostre stiamo molto attenti affinché possano parlare a un pubblico vasto”. E i temi affrontati sono sempre interessanti, anche politici, con una particolare attenzione per gli artisti del Sud-est asiatico ma anche i Paesi vicini come l’Iran o la Palestina.

Ma l’arte a Dubai la si trova anche semplicemente camminando per i suoi quartieri. Anche questo fa parte di un progetto di investimenti importanti non solo per abbellire ma anche per valorizzare gli spazi pubblici. Tra gli indirizzi da non perdere il Sheikh Mohammed bin Rashid Bouelevard che unisce la Dubai Opera con il Burj Khalifa. Lungo la strada pedonale all’ombra dei grattacieli si incontrano le sculture monumentali di Jorge Martin (The Wings of Mexico), di Donald Greig (Camels) e Lutfi Romhein (Together). Altra zona densa di installazioni d’arte il Dubai Design District con opere di Ehab Ellaban e murales di Shepard Fairey. E poi da non perdere anche la grande scultura calligrafica di eL Seed non lontano dal Dubai Mall.

C’è poi un momento dell’anno in cui tutta la città respira arte contemporanea. È ad aprile (dal 23 al 26) durante Art Dubai, fiera/evento diretta da anni da Benedetta Ghione: “Nel corso del tempo la comunità artistica è aumentata tra creativi emiratini e di ogni altra parte del mondo. Durante la settimana dell'arte la città che è già estremamente cosmopolita diventa capitale della contemporaneità. Qui poi è tutto proiettato al futuro e per primi abbiamo pensato anche di dedicare un’intera sezione all’arte digitale”. Dubai è una porta verso l’Oriente, tante micro nazionalità trovano qui ispirazione, anche artistica in un melting pot che, sempre di più, invita al dialogo culture diverse con l’arte come punto di partenza per esplorarle.
