Bologna è diventata la prima grande città in Italia a 30 chilometri orari. Dal 16 gennaio sono infatti entrate in vigore le ordinanze che istituiscono il limite di velocità di 30 km/h in molte zone del capoluogo emiliano. Non solo, partirà a breve anche il piano dei controlli per la sicurezza stradale 2024. Ogni giorno in città circoleranno circa otto pattuglie, soprattutto sulle strade che passano a 30 km/h, quelle più vissute dalle persone, dove ci sono scuole, mercati e negozi di vicinato, ospedali, case di cura e della salute, parchi e giardini, case di quartiere, impianti sportivi. A supporto dei vigili anche la tecnologia. Sulle strade sono posizionati i cosiddetti Infovelox, cioè pannelli luminosi che segnalano in tempo reale la velocità dei mezzi in transito. A questi si aggiungono i telelaser in dotazione alle pattuglie, cioè strumenti per rilevare la velocità da una certa distanza: in questo caso un cartello avviserà gli automobilisti della presenza di un telelaser 80 metri prima. 

La Giunta guidata da Matteo Lepore punta quindi sulla sicurezza stradale, oltre che sulla riduzione dell’impatto ambientale della circolazione e in generale sulla qualità della vita dei cittadini, soprattutto di quelli più esposti a incidenti, e più “vulnerabili” sulla strada, cioè pedoni, ciclisti, bambini, persone anziane e con disabilità. Sulla carta la Giunta aveva approvato il Piano Particolareggiato del Traffico Urbano (PPTU) “Bologna Città 30” lo scorso 13 giugno, quando dal Comune venivano sottolineate anche le motivazioni che avevano portato al provvedimento che “migliora la sicurezza stradale, riducendo incidenti, morti e feriti gravi tra tutti gli utenti della strada, a partire dai più fragili; fa aumentare gli spostamenti a piedi e in bici, grazie a strade più sicure e tranquille; riduce le emissioni di smog e gas climalteranti e rende più fluido il traffico, grazie a una velocità più costante, al posto degli stop-and-go continui che in città sono tanto dannosi per l’ambiente e la sicurezza quanto inutili ad arrivare prima; abbassa il rumore; rende lo spazio pubblico più bello e vivibile per le persone; restituisce autonomia a bambini, anziani, persone con disabilità; favorisce la coesione sociale e il commercio di vicinato nei quartieri”.

DALL'OPPOSIZIONE UN REFERENDUM PER VALUTARE IL PROVVEDIMENTO

Sul fronte dei contrari alla Città 30 non solo molti automobilisti e alcune associazioni del settore dei trasporti. Il capogruppo di Fratelli d’Italia Stefano Cavedagna ha annunciato infatti la creazione di un comitato per chiedere un referendum con cui sottoporre il piano al voto della popolazione. Il quesito del referendum dovrà essere presentato ai comitati dei garanti comunali, poi dovranno essere raccolte 9.000 firme in tre mesi per approvare la richiesta. “Se la sperimentazione della 'città 30' avrà successo, lo vedremo nei prossimi mesi - spiega il sindaco -, da sei mesi stiamo già sperimentando senza sanzioni effettive. Adesso, con l'introduzione delle sanzioni, tutti si rendono conto degli sviluppi imminenti. Confido che, nelle prossime settimane, la comprensione del provvedimento migliori e si evidenzi che le problematiche cittadine non sono legate solo alla velocità stradale". 

DALLE “ZONE 30” ALLA “CITTÀ 30”

Di fatto i 30 chilometri orari diventano la nuova normalità, andando a coprire il 70% delle strade del centro abitato e il 90% di quelle della parte di città più densamente vissuta dalle persone, rispetto all’attuale 30%. Seguendo le indicazioni di tutti i piani internazionali, europei e statali sulla sicurezza stradale. A completare il piano, il Comune ha annunciato interventi di messa in sicurezza di strade, incroci e attraversamenti, nuove piazze pedonali e scolastiche, piste e corsie ciclabili, riqualificazione di marciapiedi e abbattimento di barriere architettoniche, già finanziati a bilancio per oltre 24 milioni di euro.

Occhio alla segnaletica, dunque. Si tratta di oltre 500 cartelli e circa 300 bolli orizzontali lungo le strade cittadine, con il segnale dei 30, seguendo i modelli di viabilità già adottati da molte città europee. Bruxelles, Parigi, Amsterdam, Bilbao sono solo alcuni esempi di capitali che hanno ridotto in modo significativo gli incidenti stradali grazie all'introduzione della velocità a 30 km/h e a una ridistribuzione più equa dello spazio pubblico. A Parigi nel 2017 è stato chiuso al traffico il lungosenna, aprendolo ai passanti.

LA BICICLETTA, ANTIDOTO SOSTENIBILE

Nella Città 30 particolare attenzione viene posta all’utilizzo della bicicletta: in tal senso diventa strategico il completamento della Bicipolitana e gli li interventi di promozione della ciclabilità nella zona urbana includono anche la fase 2 del piano di attuazione del Biciplan, a cui si sommano azioni di rafforzamento della mobilità ciclistica finanziate con fondi PNRR che prevedono la realizzazione di ciclovie urbane e percorsi ciclabili pensati per raggiungere il posto di lavoro.

INFORMAZIONI UTILI

È online da oggi l’home page del sito www.bolognacitta30.it