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Pronti quanto basta e poi via: mille chilometri a piedi per percorrere, in poco più di un mese e mezzo, tutta la Via Francigena, dal Colle del Gran San Bernardo a Roma. Giorno per giorno ecco il racconto di CamminaFrancigena 2015, un viaggio organizzato da Movimento Lento/Sloways in collaborazione con il Touring Club Italiano. Fino al 2 settembre si alterneranno 5/6 camminatori che oltre a ripercorrere i sentieri dei pellegrini medievali racconteranno l’Italia minore, quella deve ancora essere conosciuta, ammirata, valorizzata. Buon cammino.
Per maggiori informazioni scarica la nostra guida gratuita!
Introduzione: Parte CamminaFrancigena: un mese e mezzo di cammino lungo la Via Francigena
Tappe 1-2-3, dal Gran San Bernardo a Chatillon
Tappa 31. DA MONTERIGGIONI A SIENA
La giornata inizia ancora una volta con un’ottima colazione: brioche, ma anche crostatine alla ricotta e assaggi di panforte di vario genere. Ci raggiunge Carmela, che anche oggi viaggerà con noi: con lei ci avviamo di buon passo lungo la strada del Gallinaio, dalla quale godiamo di una vista meravigliosa sul castello di Monteriggioni.
Da qui proseguiamo su carrarecce di quel rosso che viene non a caso chiamato Terra di Siena, fino a raggiungere la casa di Alice e Boris. Alice è la sorella di Linda, che fino a poco tempo fa accoglieva i viandanti con il suo kefir: ora lei si è trasferita ma Alice non è da meno, e ci vizia con pane e marmellata, fichi appena colti e caffè. Scopriamo che lei e la sua famiglia girano la Francigena con una carrozza e due splendidi cavalli andalusi, e non resistiamo alla tentazione di fare un giro sulla loro carrozza decorata da fiori e nastri.
Ci rimettiamo in cammino con il sorriso, scoprendo tutte le meraviglie che questa tappa ha da offrire: dall’antico abitato di Cerbaia ai castelli della Chiocciola e di Villa (dove troviamo un’area di sosta attrezzata con ogni genere di comodità, dalle posate, ai timbri per le credenziali e le prese elettriche). Entriamo a Siena attraverso l’entrata Francigena di Porta Camollia, e non possiamo non salutare Piazza del Campo, con la sua bella forma a conchiglia nella quale pochi giorni fa le contrade di Siena si sono sfidate nel Palio.
La giornata però non è ancora finita: siamo infatti ospitati da Caterina, grande amica di Alberto e appassionata camminatrice, nella sua bella casa immersa nel verde della campagna Senese. Lei e sua figlia Sofia ci preparano una cena deliziosa, e la serata trascorre piacevolmente tra chiacchiere e ottimo cibo.
L’ultima meraviglia prima di dormire è il cielo stellato, nel quale le costellazioni brillano indisturbate da luci circostanti: la giornata termina quindi a naso all’insù, mentre ci godiamo quest’ennesimo regalo del cammino seduti sull’erba fresca del prato.
Da qui proseguiamo su carrarecce di quel rosso che viene non a caso chiamato Terra di Siena, fino a raggiungere la casa di Alice e Boris. Alice è la sorella di Linda, che fino a poco tempo fa accoglieva i viandanti con il suo kefir: ora lei si è trasferita ma Alice non è da meno, e ci vizia con pane e marmellata, fichi appena colti e caffè. Scopriamo che lei e la sua famiglia girano la Francigena con una carrozza e due splendidi cavalli andalusi, e non resistiamo alla tentazione di fare un giro sulla loro carrozza decorata da fiori e nastri.
Ci rimettiamo in cammino con il sorriso, scoprendo tutte le meraviglie che questa tappa ha da offrire: dall’antico abitato di Cerbaia ai castelli della Chiocciola e di Villa (dove troviamo un’area di sosta attrezzata con ogni genere di comodità, dalle posate, ai timbri per le credenziali e le prese elettriche). Entriamo a Siena attraverso l’entrata Francigena di Porta Camollia, e non possiamo non salutare Piazza del Campo, con la sua bella forma a conchiglia nella quale pochi giorni fa le contrade di Siena si sono sfidate nel Palio.
La giornata però non è ancora finita: siamo infatti ospitati da Caterina, grande amica di Alberto e appassionata camminatrice, nella sua bella casa immersa nel verde della campagna Senese. Lei e sua figlia Sofia ci preparano una cena deliziosa, e la serata trascorre piacevolmente tra chiacchiere e ottimo cibo.
L’ultima meraviglia prima di dormire è il cielo stellato, nel quale le costellazioni brillano indisturbate da luci circostanti: la giornata termina quindi a naso all’insù, mentre ci godiamo quest’ennesimo regalo del cammino seduti sull’erba fresca del prato.
Tappa 32. DA SIENA A BUONCONVENTO
Se il buongiorno si vede dal mattino allora il risveglio è perfetto; una colazione abbondante e con tutti ingredienti naturali e fatti in casa, a cominciare dal pane, marmellate e yogurt, senza contare la simpatia e disponibilità della nostra ospite, Caterina. La salutiamo a malincuore, ma il cammino ci attende. Partiamo dal cuore della città: Piazza del Campo inondata dal sole e qualche sparuto gruppo di turisti mattutini.
Proseguiamo lungo le strade di Siena lasciandoci alle spalle Porta Romana e imbocchiamo la via della Certosa, che ci conduce fuori città.
Arriviamo alla Grancia di Cuna, un antico granaio fortificato di rara bellezza, inserito in un piccolo borgo che faceva parte dei possedimenti di Santa Maria della Scala. Un imponente edificio in mattoni con all’interno un ampia scalinata che permetteva il passaggio agli asini e cavalli che trasportavano il grano.
Proseguiamo lungo i crinali della Val d’Arbia, e veniamo proiettati nei più classici panorami toscani: colline a perdita d’occhio con i colori pastello che sfumano dalle tonalità del marrone, beige e cipria alle varietà del verde brillante dell’erba medica, e le diverse coltivazioni formano geometrie asimmetriche, con i filari di cipressi che sembrano dei maestosi guardiani del paesaggio.
La strada prosegue in saliscendi con dolci dislivelli, e non perdiamo l’occasione di fare fotografie.
La tappa si conclude a Buonconvento, un grazioso paese dal centro storico intatto e ben conservato. Siamo ospitati da Laura, la padrona dell’agriturismo la Ripolina. Si tratta di un complesso di ex poderi contadini che si affacciamo sulle colline, e come sorpresa finale c’è anche la piscina! La giornata si conclude con una cena insieme a tutta la famiglia dei nostri ospiti, in cui gustiamo una strepitosa pappa al pomodoro.
Proseguiamo lungo le strade di Siena lasciandoci alle spalle Porta Romana e imbocchiamo la via della Certosa, che ci conduce fuori città.
Arriviamo alla Grancia di Cuna, un antico granaio fortificato di rara bellezza, inserito in un piccolo borgo che faceva parte dei possedimenti di Santa Maria della Scala. Un imponente edificio in mattoni con all’interno un ampia scalinata che permetteva il passaggio agli asini e cavalli che trasportavano il grano.
Proseguiamo lungo i crinali della Val d’Arbia, e veniamo proiettati nei più classici panorami toscani: colline a perdita d’occhio con i colori pastello che sfumano dalle tonalità del marrone, beige e cipria alle varietà del verde brillante dell’erba medica, e le diverse coltivazioni formano geometrie asimmetriche, con i filari di cipressi che sembrano dei maestosi guardiani del paesaggio.
La strada prosegue in saliscendi con dolci dislivelli, e non perdiamo l’occasione di fare fotografie.
La tappa si conclude a Buonconvento, un grazioso paese dal centro storico intatto e ben conservato. Siamo ospitati da Laura, la padrona dell’agriturismo la Ripolina. Si tratta di un complesso di ex poderi contadini che si affacciamo sulle colline, e come sorpresa finale c’è anche la piscina! La giornata si conclude con una cena insieme a tutta la famiglia dei nostri ospiti, in cui gustiamo una strepitosa pappa al pomodoro.
Tappa 33. DA BUONCONVENTO A SAN QUIRICO D'ORCIA
Lasciamo Buonconvento di buon mattino in previsione di una tappa lunga, e la giornata si preannuncia calda e assolata; con il paese alle nostre spalle percorriamo i crinali che si aprono su ampi paesaggi che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare. Vi sono scorci di estese vedute tra viti, campi di frumento tagliato e colline di terra arata, che con il riflesso del sole sembrano distese di pepite o paesaggi lunari.
Facciamo una breve sosta nei presi del Castello Altesi, dove il vento scuote un pino marittimo producendo un suono che assomiglia a una melodia. A due chilometri da Torrenieri incontriamo due pellegrini: un nonno e suo nipote quattordicenne di nazionalità tedesca, hanno percorso la Francigena da Pavia e sono diretti a Roma. Alberto fa provare la sua bicicletta pieghevole al ragazzino convinto che la usi per pochi metri, ma lui, preso dall’entusiasmo, sparisce alla nostra vista e la restituisce (con sollievo di Alberto) solo in centro paese al momento della pausa pranzo.
Arrivati a San Quirico d’Orcia rimaniamo colpiti dalla sua bellezza, attraversando la via principale tra palazzi storici, case in pietra e mattoni per arrivare alla Collegiata di San Pietro e Paolo.
Proprio accanto alla cattedrale c’è l’ostello dove passeremo la notte; con immenso piacere incontriamo dei pellegrini già incontrati nelle tappe precedenti; l’ostello è fornito di cucina e refettorio e perciò decidiamo di mangiare tutti insieme condividendo la spesa, la cena e le chiacchiere.
Facciamo una breve sosta nei presi del Castello Altesi, dove il vento scuote un pino marittimo producendo un suono che assomiglia a una melodia. A due chilometri da Torrenieri incontriamo due pellegrini: un nonno e suo nipote quattordicenne di nazionalità tedesca, hanno percorso la Francigena da Pavia e sono diretti a Roma. Alberto fa provare la sua bicicletta pieghevole al ragazzino convinto che la usi per pochi metri, ma lui, preso dall’entusiasmo, sparisce alla nostra vista e la restituisce (con sollievo di Alberto) solo in centro paese al momento della pausa pranzo.
Arrivati a San Quirico d’Orcia rimaniamo colpiti dalla sua bellezza, attraversando la via principale tra palazzi storici, case in pietra e mattoni per arrivare alla Collegiata di San Pietro e Paolo.
Proprio accanto alla cattedrale c’è l’ostello dove passeremo la notte; con immenso piacere incontriamo dei pellegrini già incontrati nelle tappe precedenti; l’ostello è fornito di cucina e refettorio e perciò decidiamo di mangiare tutti insieme condividendo la spesa, la cena e le chiacchiere.
Tappa 34. DA SAN QUIRICO D'ORCIA A RADICOFANI
Con San Quirico inizia la Val d’Orcia; anche la tappa di oggi è contrassegnata dai crinali e paesaggi di rara bellezza. Il clima è perfetto: non troppo caldo, ma con il sole, che rende i colori scintillanti e vivi.
Improvvisamente si aprono panorami a 180 gradi: sullo sfondo si staglia il Monte Amiata e la Val d’Orcia, e qui e là rocche e castelli. Non mancano le strade bianche, e percorrerle in silenzio, con il solo rumore dei propri passi, è un vero piacere.
Ci avviciniamo a Bagno Vignoni, un paese magico e unico. La sua piazza principale è occupata da due ampie vasche di acqua termale in cui un tempo era possibile bagnarsi, mentre ora vi sono alberghi con piscine che offrono il servizio. Non è proprio possibile sottrarsi a un bagno rilassante e rigenerante, anche perché ci attende una serie di salite. La prima ci conduce alla via del Pozzo, dove il colpo d’occhio sui paesaggio circostante ci ricompensa di tutte le fatiche. La seconda, ben più impegnativa, ci porta fino a Radicofani. Qui ci attende una gradita sorpresa: un vero e proprio comitato di accoglienza davanti al palazzo comunale con il Sindaco, l’assessore alla cultura, gli sbandieratori, i tamburini e una rappresentanza di ragazzi con costumi medioevali ci danno il benvenuto e ci conducono all’interno della stanza del sindaco: a questo punto è doverosa una foto di gruppo davanti al ritratto di Ghino di Tacco, un famoso brigante duecentesco. Veniamo infine condotti alla fortezza, dove possiamo ammirare la vista notturna della Val d’Orcia e del borgo storico di Radicofani, davvero suggestivo.
Improvvisamente si aprono panorami a 180 gradi: sullo sfondo si staglia il Monte Amiata e la Val d’Orcia, e qui e là rocche e castelli. Non mancano le strade bianche, e percorrerle in silenzio, con il solo rumore dei propri passi, è un vero piacere.
Ci avviciniamo a Bagno Vignoni, un paese magico e unico. La sua piazza principale è occupata da due ampie vasche di acqua termale in cui un tempo era possibile bagnarsi, mentre ora vi sono alberghi con piscine che offrono il servizio. Non è proprio possibile sottrarsi a un bagno rilassante e rigenerante, anche perché ci attende una serie di salite. La prima ci conduce alla via del Pozzo, dove il colpo d’occhio sui paesaggio circostante ci ricompensa di tutte le fatiche. La seconda, ben più impegnativa, ci porta fino a Radicofani. Qui ci attende una gradita sorpresa: un vero e proprio comitato di accoglienza davanti al palazzo comunale con il Sindaco, l’assessore alla cultura, gli sbandieratori, i tamburini e una rappresentanza di ragazzi con costumi medioevali ci danno il benvenuto e ci conducono all’interno della stanza del sindaco: a questo punto è doverosa una foto di gruppo davanti al ritratto di Ghino di Tacco, un famoso brigante duecentesco. Veniamo infine condotti alla fortezza, dove possiamo ammirare la vista notturna della Val d’Orcia e del borgo storico di Radicofani, davvero suggestivo.
PER SAPERNE DI PIU' SULLA VIA FRANCIGENA. LA GUIDA GRATIS
- La nuova edizione della Guida Verde dedicata alla Via Francigena uscirà proprio in autunno; nell'attesa, scaricate gratuitamente il pdf relativo alle informazioni pratiche, dove vengono proposti i tratti più belli e interessanti della Via, da seguire anche in auto!
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- Touring Club Italiano da tempo pubblica guide e carte sulla Via Francigena: scopri quali sono sulla pagina dedicata!
COME SEGUIRE CAMMINAFRANCIGENA
- Su questo sito, dove daremo il resoconto del viaggio due volte alla settimana.
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- Sul sito www.visit.viefrancigene.org e sulla pagina Facebook di Camminafrancigena www.facebook.com/camminafrancigena
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