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In sintesi. I turisti-consumatori sono molto meno creduloni di quanto si vuol pensare. E se hanno imparato a non affidarsi ciecamente a stelle, cappelli e forchette trovati sulle guide cartacee, per quanto titolate e di tradizione, altrettanto affrontano con la dovuta cautela gli 11 milioni di recensioni – protette dall'anonimato – disponibili su TripAdvisor. Cui si aggiungono quelle di Booking, HolidayCheck ecc. ecc.
Un atteggiamento guardingo che emerge chiaramente scorrendo i dati elaborati da JFC: il 4 per cento giudica le recensioni assolutamente corrette, il 53 per cento le ritiene attendibili ma solo parzialmente veritiere, il 29 per cento vede l'altra metà del bicchiere e parla di falso. Il che non toglie che, comunque, il 55,1 per cento di chi prenota un hotel consulti sempre le recensioni, il 29,9 lo faccia occasionalmente e solo l,9 per cento aderisca al categorico “mai”.
Situazione un po' diversa per i ristoranti: il 42,5 per cento consulta qualche volta i siti di recensioni prima di scegliere, solo il 9,4 lo fa sempre e ben il 22,6 se ne guarda bene. Resta comunque il fatto che gli intervistati, alla richiesta su quanto influisca la recensione sulla scelta di hotel e ristoranti, hanno dichiarato in oltre il 60 per cento dei casi che, consultate le informazioni online, decidono comunque personalmente verso quale struttura orientarsi.