Lo ribadisce l'hashtag #CervinoSkiParadise lanciato dal turismo locale: il Cervino è un paradiso sciistico vastissimo e internazionale, esteso su cinque località, tre comprensori, due nazioni. Numeri cui va ormai aggiunto il 4 di “quattro stagioni”: in vista della Gran Becca si possono calzare sci e scarponi da fine ottobre ai primi di maggio, mentre d'estate resta la possibilità di sciare da fine giugno ai primi di settembre, dai 3500 metri di Plateau Rosa su fino sino ai 3.899 metri della Gobba di Rollin. Ma sono da record anche tante altre cifre di un domaine skiable in cui si può stare tutto il giorno con gli sci ai piedi senza mai ripetere la stessa pista. E poi, sul lato italiano, ci sono le piste da fondo (3 km di anello a Breuil-Cervinia e 10 km a Valtournenche con tre anelli di difficoltà crescente in località Champlève) e uno snowpark che a 2.800 metri è il più alto d'Europa.
C'è però un “altro Cervino”, forse meno appariscente e mondano, che ogni anno attira un numero crescente di turisti e sportivi in cerca di una montagna tranquilla e poco affollata, di una natura incontaminata, di neve immacolata e senza solchi di sci, di villaggi non raggiungibili con l'automobile, di affascinanti rascard in legno che raccontano di un mondo alpino d'altri tempi (come quello storico che a Valtournenche ospita la Maison de l’Alpage, un museo dedicato ala vita d'alpeggio e all'importanza dell'agricoltura nella valle). È questa una montagna che invita a essere esplorata con le ciaspole o con le pelli di foca, sentendo solo il rumore dei propri passi sulla neve.
A Breuil-Cervinia e Valtournenche sono diversi i tracciati da percorrere appunto con le racchette da neve o indicati per fare scialpinismo. Alcuni di essi sono battuti e segnalati in verde sulle cartine, altri invece sono autentici itinerari fuoripista, da affrontare con cautela e cognizione, magari affidandosi all'esperienza delle Guide Alpine del Cervino. Come raccomanda anche il più famoso alpinista locale, Hervé Barmasse: non solo l'atleta e il campione di tante imprese estreme, dal Cervino di casa all'Himalaya e alla Patagonia, ma anche egli stesso una guida alpina, figlia e nipote di guide alpine. Un uomo di montagna intelligente ed estroverso, loquace e mediatico, ma che ugualmente non esita a fare l'elogio di una montagna da vivere in silenzio, magari anche da soli: “A me piace stare con la gente”, ci dice mentre arranchiamo dietro di lui con gli sci da scialpinismo sopra l'idilliaco villaggio isolato di Chamois, “ma tutti abbiamo bisogno ogni tanto di un po' di solitudine, ci fa capire che cosa è davvero importante, e anche in che cosa valgo di più e in cosa valgo meno. È stato questo bisogno forse che mi ha spinto ad aprire una via in solitaria sul Cervino. Una cosa che, prima, aveva fatto solo Walter Bonatti...”.
Hervé Barmasse - Foto Marco Spataro
COME PREPARARSI PER LA MONTAGNA: I CONSIGLI DI BARMASSE
Ma senza spingersi a tanto, che cosa consiglia Barmasse a chi vuole avventurarsi con gli sci ai piedi al di fuori di piste e sentieri segnati? Oltre a ribadire molte indicazioni di buon senso - consultare i bollettini meteo, neve e valanghe, fare proprie le più elementari cognizioni glacialogiche per valutare la consistenza di un manto nevoso, osservare gli strati della neve, prestare orecchio agli scricchiolii che fa la neve quando la si calpesta, non esitare ad affidarsi a una guida alpina locale - il famoso alpinista breuilliençois è un convinto fautore dell'innovazione, specie quando questa può diminuire i rischi: “Forse che chi acquista una macchina nuova oggi pretende che non ci sia l'abs? In montagna è lo stesso: ben venga una tecnologia, se può salvare la tua vita. E lo dice uno che preferisce prevenire gli incidenti e che è ben difficile che ne abbia bisogno. In ogni caso, mai muoversi senza aver messo nello zaino l'indispensabile trio composto da pala più sonda più l'apparecchio ricetrasmittente Artva, oggi digitale e a tre antenne per essere individuati più rapidamente se si viene sepolti da una valanga".
Hervé Barmasse - Foto Marco Spataro
"Utile è anche che lo zaino sia dotato di un sistema Airbag, con un pallone che si gonfia in tre secondi per tenere a galla chi è investito da una valanga" continua Barmasse. "Esistono anche zaini, indumenti e scarponi dotati di riflettore Recco, una piastrina metallica con un diodo che potrebbe facilitare l'opera dei soccorritori e aumentare la possibilità di essere ritrovati. Ma ciò di cui non posso mai fare a meno in montagna, e non solo in un'escursione scialpinistica sulle montagne di casa mia, è il mio piccolo trasmettitore Gps con tecnologia di comunicazione satellitare bidirezionale inReach che mi permette ovunque, anche dove il telefonino non prende, di lanciare un sos al centro monitoraggio GEOS, che può organizzare un soccorso in ogni parte del mondo. E addirittura, grazie a questa piccola meraviglia, mia moglie da casa può in ogni momento vedere su internet dove mi trovo, mentre io posso mandarle messaggi sms. Se poi lo collego al mio sportwatch Gps multisatellitare posso persino lanciare un sos dal polso, senza perdere tempo. Un orologio sportivo del genere è un altro compagno affidabile da portare con sé, non fosse altro che per i tanti strumenti che comprende: mappe, altimetro, cardiofrequenzimetro, persino un ossimetro per misurare la saturazione di ossigeno nel sangue”.
LO SCIALPINISMO NEI DINTORNI DI CERVINIA
Dove dunque andare in cerca delle neve fresca, all'ombra della piramide naturale più famosa del mondo (quelle egizie non contano...)? Piste e impianti a est del Cervino inducono a rivolgersi ad altri versanti, ad altri pendii per il fuoripista, magari allontandosi un po' dalla Gran Becca. L'isolata conca di Cheneil, per esempio, in comune di Valtournenche, è un luogo da idillio alpino, raggiungibile solo a piedi o con un ascensore gratuito, in funzione 24 ore. Da qui si può salire con le pelli alla Becca d'Aran, a Roisetta e Petit Tournalin, splendide cime-belvedere di oltre tremila metri, da cui godere una vista sensazionale sulla est del Cervino.
Foto Marco Spataro
Fra le più classiche salite scialpinistiche c'è quella al Breithorn centrale (4160 metri), che si può raggiungere in circa 4 ore partendo dai 3480 di Plateau Rosa. Non richiede invece di prendere impianti di risalita l'ascesa scialpinistica di circa 5 ore ai 3488 del Chateau des Dames: si parte infatti a sinistra della strada provinciale, poco prima del tunnel oltre il quale si sbuca a Cervinia.
Lunghissimo ma entusiasmante è poi il giro scialpinistico del Cervino, che richiede dai tre giorni a una settimana, dormendo nei rifugi lungo il percorso. Si può effettuare con partenza raggiungendo da Cervinia i 2802 metri del rifugio Duca degli Abruzzi, sotto la parete Sud, lungo un percorso molto amato da chi sale con le ciaspole. Da qui, in bella posizione panoramica sulla conca del Breuil, si punta verso est fino a raggiungere il Colle del Teodulo e il vicino rifugio, a 3316 metri (questa prima parte può essere sostituita da una salita con gli impianti che portano a Plateau Rosà). Puntando verso nord, già in territorio svizzero, si scende per il ghiacciaio superiore del Teodulo, o Oberer Theodulgletscher, e per il successivo Furgggletscher fino a Stafelalp, sopra Zermatt, e poi alla Schoenbielhuette. Proseguendo verso ovest, si ritorna in Italia passando i colli di Valpelline e de la Division, scendendo ai rifugi Aosta, Prarayer e Perucca-Vuillermoz. I colli di Valcornera e di Vofrède riserveranno infine le ultime fatiche prima della discesa finale su Cervinia.