Una telefonata allunga la vita e spesso leva dagli impicci. Soprattutto se vi trovate in un paese straniero di cui non conoscete la lingua e dove l’inglese, nemmeno quello, è conosciuto. Consapevoli di avere una popolazione con ampie lacune linguistiche in Corea del Sud hanno deciso di correre ai ripari. Per non scoraggiare i pochi turisti che già la visitano, visto che di certo non è la meta turistica più importante dell’Asia, hanno pensato di mettere al telefono un nutrito gruppo di mediatori linguistici. Il programma più ambizioso si chiama BBB, ovvero Before Babel Brigade: che suona grossomodo come la brigata prima di Babele. Basta comporre il 1588-5644 e risponde una segreteria che smista le chiamate a dei volontari pronti a risolvere i vostri problemi linguistici. Lanciato in occasione dei mondiali di calcio del 2002, il servizio di BBB è oggi disponibile in 16 lingue, tra cui l’italiano, per cui occorre digitare 6 in coda al numero. Il servizio è svolto da volontari, quasi tutti studenti di lingue che colgono l’occasione per fare un pratica.
Come se non bastesse l’ente del turismo coreano ha attivato un altro numero che viene in soccorso dei turisti lost in translation. Si tratta del 1330. Gratuito e attivo 24 ore al giorno, fornisce informazioni in inglese, o in coreano per chi lo capisse, sulle attrazioni turistiche del paese. Ma all’occorrenza anche da servizio di traduzione. Così se siete a bordo di un taxi e non riuscite a spiegare all’autista dove voleta andare basta comporre il 1330 e parlare con l’operatore. Penserà lui a tradurre al taxista i vostri desiderata. Unica controindicazione, in Corea i cellulari occidentali difficilmente funzionano quindi dovete procurarvene uno. Ma niente paura, gli efficienti coreani hanno pensato anche a quello. Appena sbarcati all’aeroporto di Incheon - o a quello di Busan - troverete dozzine di stands per affittare cellulari coreani a prezzi davvero modici. Se poi proprio non amate il telefono e preferite un aiuto in carne e ossa non preoccupatevi. Hanno pensato anche a quello. In tutto il Paese ci sono circa un migliaio di Goodwill guides: volontari che aiutano i visitatori, accompagnandoli a festival ed eventi, facendo da guide urbane e, all’occorrenza, risolvendo i problemi di comunicazione. Un’occasione per conoscere qualcuno del posto e avvicinarsi meglio a un Paese altrimenti abbastanza inafferrabbile. Ecco, ora si deve solo convincere qualcuno ad andare in vacanza in Corea.