Alle Scuderie del Quirinale, nel cuore di Roma, ha aperto i battenti "Tesori dei Faraoni", un progetto espositivo di portata eccezionale. Fino al 3 maggio 2026 centotrenta capolavori provenienti dal Museo Egizio del Cairo e dal Museo di Luxor – molti dei quali mai usciti prima dai confini egiziani – compongono un racconto affascinante che intreccia potere, fede e vita quotidiana di una delle civiltà più straordinarie della storia.
La mostra, curata da Tarek El Awady, già direttore del Museo Egizio del Cairo, è uno dei tasselli che compongono il Piano Mattei per l'Africa, nell’ottica della cooperazione fondata sulla valorizzazione del patrimonio condiviso tra lo Stato italiano e quello egiziano.
Un viaggio nell'eternità
Il percorso espositivo si apre con lo splendore dell'oro, materia divina e simbolo di eternità per gli antichi Egizi. Il sarcofago dorato della regina AhhotepII accoglie i visitatori insieme alla Collana delle Mosche d'oro – antica onorificenza militare conferita per il valore in battaglia – e al collare di Psusennes I. Attorno al corredo funerario di quest'ultimo, scoperto a Tanis nel 1940, si concentrano oggetti di straordinaria raffinatezza: amuleti, coppe e gioielli che dopo tremila anni conservano intatta la loro luce abbagliante.emn
Dalla magnificenza regale, il percorso conduce nell'universo del rito funerario, dove la morte è intesa come trasformazione verso la rinascita. Il monumentale sarcofago di Tuya, madre della regina Tiye, domina una sezione dedicata alle pratiche che preparavano il defunto al viaggio nell'aldilà. Le statuette shabti, i vasi canopi e un prezioso papiro del Libro dei Morti raccontano la precisione quasi scientifica con cui gli Egizi organizzavano il passaggio al mondo invisibile, per rinascere alla luce del dio Ra.
Il volto umano della regalità
Uno degli aspetti più emozionanti della mostra è la capacità di restituire l’umanità dietro il potere assoluto dei faraoni. La poltrona dorata di Sitamun, figlia di Amenofi III, testimonia un'intimità sorprendente: un oggetto domestico, usato in vita e poi deposto come dono nella tomba dei nonni, rara testimonianza di affetto e continuità familiare. Le tombe dei nobili e dei funzionari, come quella di Sennefer, svelano invece la quotidianità di chi serviva il faraone come garante dell'ordine cosmico.
Particolarmente attesa è la sezione dedicata alla "Città d'Oro" di Amenofi III, straordinario sito scoperto nel 2021 da Zahi Hawass. Gli utensili, i sigilli e gli amuleti provenienti da questo insediamento restituiscono la voce degli artigiani e dei lavoratori che costruivano materialmente la grandezza faraonica, mostrando il volto più umano e produttivo di questa civiltà.

di Massimo Listri
L'apoteosi divina
Il percorso culmina nel mistero della regalità divina. Le statue e i rilievi finali rappresentano alcune delle espressioni più alte dell'arte faraonica: l'Hatshepsut inginocchiata in atto d'offerta, la diade di Thutmosi III con Amon, la Triade di Micerino, fino alla splendida maschera d'oro di Amenemope, dove il volto del re, levigato e perfetto, diventa icona di un corpo che appartiene ormai al divino.
In chiusura, la Mensa Isiaca – eccezionalmente concessa dal Museo Egizio di Torino – riannoda il filo simbolico che da Alessandria conduce a Roma, testimoniando l'antico legame spirituale e culturale tra i due mondi mediterranei.
Un'esperienza per tutti
La mostra è accompagnata da un ricco programma di mediazione culturale. Tutti i visitatori ricevono un'audioguida inclusa nel biglietto, disponibile in quattro lingue, con la voce di Roberto Giacobbo per la versione italiana e quella di Zahi Hawass per l'inglese, oltre a una versione dedicata ai bambini.
Sono attivi laboratori didattici e visite guidate progettati in collaborazione con il Museo Egizio di Torino, pensati per le scuole di ogni ordine e grado. Il programma si completa con attività collaterali organizzate con il dipartimento SARAS della Sapienza di Roma: incontri, seminari e approfondimenti con studiosi ed archeologi per arricchire la fruizione dell'esposizione.
Come ricorda Zahi Hawass: "Il più grande monumento mai costruito dall'Egitto non fu una piramide o un tempio, ma l'idea stessa di eternità". È proprio questa idea, più forte della pietra e dell'oro, a risuonare in ogni sala delle Scuderie del Quirinale, confermando la mostra come uno degli eventi culturali imperdibili della stagione.

Regno, regno di Ahmose / Museo di Luxor
Photo credit: Fotografia di Massimo Listri
Il Quirinale e il Tci insieme per la cultura con Aperti per Voi
Dal 2015, anno in cui è stata avviata la collaborazione tra Aperti per Voi e la Presidenza della Repubblica, sono stati circa 600.000 i cittadini che hanno potuto visitare il Palazzo del Quirinale grazie ai Volontari Touring, insieme a studenti tirocinanti delle Università romane che sistematicamente e costantemente prestano il loro tempo a supporto dell’accoglienza, dell’attività di orientamento dei singoli visitatori e della tutela dei beni conservati nel Palazzo.