Secondo l'Osservatorio turistico della montagna la stagione invernale 2012-2013 si è conclusa negativamente. La vacanza bianca ha fatto registrare quest’anno un calo sostanziale su tutto l’arco alpino: c'era da aspettarselo, tra crisi, recessione, disoccupazione e preoccupazione per il futuro, molti appassionati della neve hanno lasciato sci e snow bord in cantina. Ciò ha comportato, nonostante l’eccellente situazione meteo dei mesi invernali in termini di innevamento, una diminuzione di presenze non solo per le settimane bianche (in calo già da qualche anno), ma anche per i finesettimana.
Il calo delle presenze e del fatturato (prevalentemente per colpa della clientela italiana) si è registrato un po' ovunque, con la sola eccezione delle località appenniniche che si sono giovate dell’eccellente innevamento e dei prezzi più contenuti, come l’Appennino Emiliano-romagnolo (Corno alle Scale e Cimone), Lazio (Terminillo) e Abruzzo (Roccaraso e Rivisondoli).
Tra gli ospiti stranieri sulle nevi italiane hanno prevalso i tedeschi (24%), seguiti dagli inglesi (10,7%), dai Cechi (10,5%) e dagli abitanti del Benelux (9,6%). A seguire, russi, scandinavi, polacchi e svizzeri.
L'Osservatorio ha poi preso in esame gli andamenti nelle singole macro-aree sciistiche: in Valle d'Aosta il bilancio della stagione invernale 2012-2013 è negativo; in Alto Adige gli incrementi di arrivi da Austria, Germania e Svizzera non sono bastati a far chiudere in positivo il bilancio invernale; in Trentino il biancio è stato negativo salvo che nel comprensorio della Valle di Fiemme, grazie ai Campionati mondiali di sci nordico che si sono svolti alla fine di febbraio, e in parte in Val di Fassa e a Madonna di Campiglio per la massicia presenza di turisti stranieri; in Piemonte la stagione è stata migliore di quella dello scorso anno e il bilancio si è chiuso in pareggio grazie ai prezzi competitivi; in Lombardia chiusura in rosso: dalla Valtellina all’Adamello si è registrata una flessione del movimento quantificabile tra il 2 e il 3%; in Veneto, sia a Cortina che negli altri comprensori regionali, gli operatori hanno registrato una flessione delle presenze nell’ordine del 4-5%; infine in Friuli Venezia Giulia le performance sono state invece soddisfacenti, con una crescita di qualche punto percentuale.