Più che bus turistici, auto e camper, ci sono i camion carichi di container nel mirino del progetto Meridian presentato al recente summit sulla Via della Seta dal ministro dei Trasporti russo Maxim Sokolov e “benedetto” da una stretta di mano tra il presidente russo Vladimir Putin e quello cinese Xi Jinpin. Stretta di mano che vale un assegno da 9,7 miliardi di dollari, staccato dalla Banca per lo sviluppo della Cina a favore della Banca statale russa quale “contributo per l’avvio del progetto”.
Per favorire il flusso di merci e persone Est-Ovest, lungo tutto il percorso da Pechino fino al confine con l’Unione Europea dovrebbero essere previsti controlli doganali automatizzati. Una sorta di “passaporto digitale” che, fatte le dovute verifiche all’ingresso, potrebbe consentire di saltare tutte le formalità fino alla meta, con possibilità di “uscire” dal tracciato solo in punti prestabiliti e soggetti a controllo. Altra sfida, scavalcati gli intoppi della burocrazia, quella col clima delle steppe dell’Asia centrale: sistemi di telecamere e sorveglianza satellitare dovrebbero garantire il pronto intervento di squadre di assistenza e sgombero del tracciato sia in caso di bufere di neve invernali sia di tempeste di sabbia estive.
Una strada nelle aree montagnose del Kazakistan
Turisti cinesi davanti al valico di Khorgas/Horgos tra Kazakistan e Cina
Come ovvio, sia in Cina sia in Europa non è necessario costruire autostrade ex novo. Quindi il cuore del progetto Meridian si concentra sul nastro d’asfalto a quattro corsie di oltre duemila chilometri che dovrebbe partire da Khorgas e dall’HIBCC-Horgos International Border Cooperation Center al confine tra il Kazakistan e la prefettura autonoma cinese di Ili (Xinjiang), per attraversare tutto il Paese toccando l’ex capitale Almaty, Taraz, Qyzylorda, Aqtobe e arrivare in Russia dal valico nei pressi di Sagarchin. Giusto per capire quanto la Cina tiene al progetto Meridian, solo per l’HIBCC Pechino non solo ha creato una “zona doganale speciale” ma è pronta a investire altri 4 miliardi di dollari con l’obiettivo di fare di questo luogo sperduto dell’Asia la metropoli carovaniera del futuro, la nuova Dubai della steppa.
Vista aerea dell'HIBCC Horgos International Border Center al confine tra Kazakistan e Cina (Foto Agenzia Nuova Cina)
Entrato in Russia, il nuovo asse di comunicazione proseguirà poi verso l’Unione Europea passando a sud di Mosca da Samara, Tambov e Smolensk per entrare in Bielorussia, toccare Minsk e scollinare nella Ue attraverso il valico di Brèst con la Polonia.
Locomotiva a vapore del periodo sovietico al valico di Brèst, tra Polonia e Bielorussia
Tianjin, porto che rappresenta lo sbocco sul mare di Pechino
«Il progetto di un’ennesima riedizione della Via della Seta, questa volta autostradale è al passo con i tempi e con lo spostamento del baricentro dell’economia verso Est, verso la Cina. Solo che oggi come secoli fa i territori che si attraversano sono difficili e tremendi e l’effettiva riuscita di questa nuova Via – che sulla carta è un’impresa “semplice” – dovrà tener conto delle condizioni naturali delle zone che si attraversano, della capacità dell’asfalto di resistere alle escursioni annuali, alla forza delle persone di vivere per dodici mesi l’anno in territori inospitali. Viene da pensare a questi poveri, sottopagati, autisti cinesi o bielorussi che in inverno dovranno affrontare le steppe gelate del Kazakistan e la tundra siberiana: come faranno i cinesi e i russi a spazzare la neve per duemila chilometri di strada? Insomma, sulla carta è una fantastica idea, all’atto pratico è tutta da vedere la fattibilità di questa nuova transiberiana su gomma».
Il dettaglio del percorso dall'Europa al confine cinese