La prima è stata Siena. Il traffico dei turisti che intasano la città toscana è noto a tutti. Nei vicoli e nelle strade lo spintone è all’ordine del giorno. Eppure ci sono dei percorsi che la maggior parte dei visitatori non vede nemmeno da lontano. Da qui è nata l’idea di allontanarsi dai circuiti più noti proponendo itinerari alternativi. Una strada innovativa per un turismo sostenibile che tutti possono praticare, tutto l’anno e a qualunque ora. Muscoli e cervello vanno finalmente di pari passo.
L’attrezzatura necessaria è semplice: scarpe comode, acqua e curiosità. Le città che si sono organizzate per il trekking urbano sono più di trenta e ciascuna di esse mette a disposizione mappe e segnaletica con punto di partenza, bandiera verde, punto di arrivo, bandiera rossa, e un occhio che indica i punti panoramici. All’inizio dell’itinerario sono anche segnalati lunghezza e difficoltà dell’itinerario e, eventualmente, altro materiale utile da portare con sé.
La giornata che celebra il trekking urbano coinvolge quest’anno 31 città: da Trento a Bari, da Pavia ad Avellino, ciascuna ha ideato un circuito per l’occasione con il tema Trekking tricolore: le prime tracce del nostro passato italiano; storie, luoghi e monumenti successivi alla seconda metà dell’Ottocento. Quindi tour che condurranno i partecipanti a scoprire luoghi e personaggi che hanno contribuito a costruire l’Italia. A Treviso, per esempio, l’itinerario attraversa i posti dove si incontravano i carbonari della città per arrivare poi a Borgo Cavour in due ore di camminata facile (circa 4 chilometri; info Iat Treviso). Più lungo il percorso a Viterbo (5 chilometri; info ufficio del turismo di Viterbo) che tocca via Mazzini, piazza Verdi, via Granatieri di Sardegna e il giardino che custodisce i busti dei personaggi risorgimentali. Durante l’itinerario sono anche previste letture sul tema e sulla città. Il tour catanese, invece (1,5 chilometri; info comune di Catania, tel. 095.7425719), ricostruisce cronologicamente i tre momenti delle rivoluzioni della città: quella del sangue del martiri del 1837, quella del 6 aprile 1849 che costò la testa alle statue dei re borbonici, e quella del 31 maggio del 1860 con la celebre Peppa la cannoniera.
E la capofila Siena? Pur essendo nota soprattutto per le architetture medievali, la città è stata parte molto attiva anche nel Risorgimento: ha pure ospitato Garibaldi, all’albergo dell’Aquila Nera - che oggi non esiste più, ma rimane la lapide (il percorso è lungo circa 3 chilometri; info comune di Siena ufficio del turismo). Curioso anche l’itinerario studiato per i bambini che possono sperimentare il trekking urbano fatto a misura loro con un tragitto ricco di sorprese, animazioni e una sosta con biscotti e latte, nonché laboratori risorgimentali (lunghezza 1,5 chilometri da percorrere in 45 minuti circa a cui va aggiunta un’ora di laboratorio). Il 31 ottobre sarà una giornata particolare davvero per tutti e, nel resto dell’anno, non resta che infilare scarpe comode e camminare.