Il progetto nasce nel 2015. A muoversi per primi un gruppo di attivisti del Molise, decisi a valorizzare il lavoro dei pastori transumanti della loro regione, a cui si sono accodati i pastori campani, laziali, pugliesi e abruzzesi. A raccogliere la sfida è nel 2017 proprio il ministero: "Siamo davvero orgogliosi - ha detto il vice ministro alle Politiche Agricole con le deleghe del settore, Andrea Olivero – perché stiamo provando a raccontare una pratica antica che lega il lavoro, il paesaggio e le persone".
COS’È LA TRANSUMANZA
Uno dei luoghi simbolici per il rito pastorale è Pescasséroli, paese abruzzese tra i monti e i boschi del Parco nazionale d’Abruzzo. Qui per secoli uomini e donne rimanevano separati per sette mesi all’anno, una distanza che si ascoltava anche nelle cantilene delle parlate dialettali. Quella delle donne era tipica della montagna, mentre la lingua maschile era addolcita dalle influenze della costa. A separare culturalmente e fisicamente i due sessi era proprio la transumanza verso il tavoliere foggiano e in particolare verso Candela, a più di duecento chilometri da percorrere due volte all’anno su un tratturo.
Sono a oggi Patrimoni culturali immateriali Unesco per l'Italia: il canto a tenore sardo (2008), l'opera dei Pupi siciliani (2008), il zaper fare liutaio di Cremona (2012), la dieta mediterranea (2010 con Grecia, Marocco e Spagna, nel 2013 "allargata" a Cipro, Croazia e Portogallo), le feste delle Grandi Macchine a Spalla (2013), la coltivazione della vite ad alberello nell'Isola di Pantelleria, la falconeria (2016, con altri Paesi), l'arte dei pizzaiuoli napoletani (2017). Speriamo davvero che la Transumanza sia tutelata e si aggiunga agli altri patrimoni culturali italiani preservati dall’Unesco. La risposta nel 2019.