Il 29 luglio è stato l’overshoot day 2019, il giorno in cui abbiamo esaurito le risorse che il pianeta Terra ci mette a disposizione in un anno. Dal 29 luglio in poi, tutto ciò che consumiamo è extra, non è rinnovabile e impoverisce il pianeta per gli anni a venire. Non è un caso che questa data arriva prima ogni anno. L’attenzione ai costumi e la riduzione degli sprechi sono temi sempre più concreti e reali, e per questo sempre più enti e istituzioni, anche in Italia, si attivano.
La Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, che riunisce oltre 120mila soci nel settore della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo, ha presentato a Milano il suo manifesto per una ristorazione sostenibile, alcune linee guida per i professionisti e un decalogo contro lo spreco scritto assieme allo chef Franco Aliberti. Già allievo di Massimo Bottura, con il suo ristorante Tre Cristi di Milano, Aliberti è oggi in prima fila nella lotta allo spreco e ha realizzato a sua volta una serie di consigli per chi cucina utilizzando con fantasia i prodotti che solitamente scartiamo.
La lotta allo spreco non va in vacanza
DIECI CONSIGLI PRATICI  DA METTERE IN PRATICA IN VACANZA
E anche a casa, tutto l’anno
    1.    Una spesa ben ponderata. Fare la spesa giorno per giorno, valutando bene quantitativi e tempi di deperimento. Nel frigorifero, il cibo invecchia e in buona parte dovrà essere buttato.
    2.   Cucinare porzioni ben misurate sull’appetito dei commensali.
 
    3.    Non si butta via nulla (o quasi). Utilizzare tutte le parti di un prodotto dando spazio alla creatività.
 
    4.    Conservare, conservare, conservare. Imparare l’arte della conservazione allunga la vita ai cibi.
    5.    Il tempo delle cose. Controllare la data di scadenza pensando a quando si utilizzerà il prodotto
 
    6.    Meno è meglio. Scegliere pensando al dopo. Una buona spesa significa anche scegliere i prodotti con imballi ridotti e facilmente riciclabili.
    7.    Il giorno dopo è anche meglio. È un accorgimento della nonna: il cibo avanzato si riutilizza.  
    8.    Limitare l’uso di stoviglie, piatti e posate.  In spiaggia (o in montagna) se ne può fare a meno.
    9.    Fuori casa, non sprecate l’occasione. Scegliere il ristorante come gesto consapevole: in vacanza si va più spesso al ristorante. È una opportunità da non sprecare per conoscere la cucina e i prodotti tipici del luogo.
    10.    Chiedete e vi sarà dato. Al ristorante, non vergognarsi di chiedere di portare via il cibo che non si è consumato.
IL RIMPIATTINO
Mentre i consumi nella ristorazione sono in progressiva crescita quelli in casa diminuiscono: oggi il 36% della spesa delle famiglie per prodotti alimentari transita fuori casa. In altre parole, una famiglia su tre mangia fuori. E quando si mangia fuori, che sia ristorante, pizzeria, fastfood, gli sprechi aumentano perché si tende ad avanzare di più. E raramente, notano i ristoratori, i clienti chiedono di poter portare via gli alimenti non consumati, per imbarazzo o per scomodità. per queste ragioni  è nata l’idea di Rimpiattino, un progetto Fipe e Comieco – Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo Imballaggi, che si propone di fare della doggy bag una pratica consolidata nella cultura italiana.
 
Anzitutto è stato cercato un termine italiano per doggy bag ed è stato scelto il nome Rimpiattino perché richiama sia un gioco dell’infanzia, sia la cultura, tutta italiana, del "rimpiattare", ovvero rielaborare gli avanzi del giorno precedente. Tra le città che hanno già aderito all’iniziativa: Roma, Torino, Firenze, Palermo, Ancona, Aosta, Bergamo, Ferrara, Fermo, Grosseto, Macerata, Varese, Vicenza; l’elenco è in costante aggiornamento ed è consultabile sul sito Fipe.
A tre anni dall’entrata in vigore della legge 166 contro lo spreco alimentare, la cosiddetta legge Gadda dal nome della parlamentare che la promosse, i dati sono più che positivi: nella grande ristorazione si recuperano 8mila tonnellate di cibo l’anno, che prima venivano buttati.
La lotta allo spreco passa attraverso alcuni consigli in realtà molto semplici, come incentivare i clienti dei ristoranti a usare la doggy bag e portare via quello che hanno avanzato; rispettare la stagionalità dei prodotti; affidarsi quanto più possibile alla filiera corta; ridurre al minimo gli scarti – che nella ristorazione possono raggiungere volumi significativi. Ognuno di noi può fare la differenza, come cliente e a casa propria.