È Reinhold Messner il vero vincitore della 58a edizione del Trentofilmfestival, la rassegna del film di montagna e di avventura più famosa al mondo, diretta da Maurizio Nichetti (ha lasciato dopo sei anni di direzione), che si è conclusa il 9 maggio dopo 10 giorni di straordinari eventi.
Il film Nanga Parbat, del regista Joseph Vilsmaier, una fiction che racconta il dramma di Messner, quando nel corso di una spedizione del 1970 al colosso himalayano del Nanga Parbat perse il fratello Gunther, ha infatti attirato l'attenzione del pubblico e della critica. Erano in programma due proiezioni del film durante la settimana. Non sono bastate. Il pubblico è rimasto fuori dalle sale ed è stato necessario approntare fuori programma altre 4 repliche per accontentare tutti gli appassionati. Ovviamente il film ha vinto il premio del pubblico e un premio speciale, quello dedicato a Luciano Emmer, assegnato dal Sindacato dei giornalisti dello spettacolo.
Gli annali del Festival ahimé consegneranno alla storia invece altri titoli di film vincitori, quelli che sono piaciuti di più alla giuria internazionale. Ma si sa che quasi sempre i giudizi delle giurie non incontrano i gusti né della critica, né del pubblico. Il dovere di cronista ci impone peraltro di segnalare almeno che il Gran Premio Città di Trento, il massimo riconoscimento, è andato al film Himalaya, le chemin du ciel della regista francese Marianne Chaud, che l'anno scorso già vinse il premio del CAI per il migliore film di montagna.
Significativo anche segnalare che il premio Mario Bello al miglior film di alpinismo, assegnato dagli esperti del Club alpino italiano, è andato a Asgard jamming di Sean Villanueva O' Driscoll, girato in Terra di Baffin al seguito di una spedizione del Club alpino belga con i fratelli Fabresse e la fortissima alpinista spagnola Silvia Vidal.
Tra i film di natura, da segnalare anche l'opera In un altro mondo del regista valdostano Joseph Peaquin, girato nel Parco nazionale del Paradiso, che riprende la giornata di un guardaparco, impegnato nell'attività di controllo e di monitoraggio di camosci e stambecchi, alle prese con i primi branchi di lupi comparsi nell'area protetta.
Interessanti pure un film sulla vita di Giusto Gervasutti, tra i più forti alpinisti italiani del Novecento, un documentario sugli Scoiattoli di Cortina d'Ampezzo che hanno raggiunto i 70 anni di attività e un'opera storica, L'ultima battaglia delle Alpi di Roberto Cena, che fa conoscere allo spettatore alcuni episodi avvenuti dopo il 25 aprile 1945, quando soldati italiani e partigiani combatterono sulle creste di confine tra Valle d'Aosta e Francia per respingere le truppe francesi che tentavano di scendere nella valle della Dora Baltea per annettersi la valle d'Aosta.
Tra le innumerevoli manifestazioni, tra incontri con gli autori, mostre, presentazioni di libri, Montagnalibri, serate alpinistiche di grande rilevanza internazionale, consegna di premi e riunioni varie segnaliamo la mostra Ettore e Bruno Castiglioni, due fratelli e la montagna, che rende onore ai due fratelli milanesi che si sono distinti nel corso dello scorso secolo per intelligenza e grandi capacità professionali nei loro rispettivi campi: editoria di montagna e architettura. Ettore Castiglioni, in particolare, fu l'indiscusso compilatore per eccellenza di guide di montagna del Touring nell'anteguerra.