"Il 2024 è stato l'anno migliore nella storia dell'Egitto per quanto riguarda il turismo" ci racconta Arm El-Kady, direttore dell'Egyptian Tourism Authority, durante un incontro alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano. "Sono arrivati circa 16 milioni di visitatori da tutto il mondo e con crescita del 6% rispetto al 2023". Anche i visitatori italiani non si sono fatti attendere, con 800mila arrivi, il sesto mercato internazionale (dopo Germania, Russia, Arabia Saudita, Regno Unito e Polonia). Ma oltre ai grandi classici, ovvero la Valle del Nilo e il Mar Rosso, quali sono le nuove esperienze e le nuove destinazioni su cui punta l'Egitto?

"Le novità sono tante" prosegue El-Kady. "Innanzitutto l'inaugurazione del Grand Egyptian Museum (GEM) al Cairo, fissata per il 3 luglio 2025". Si tratta niente meno del più grande museo archeologico del mondo, in fase di realizzazione da quasi due decenni. "Dodici gallerie del museo sono state aperte al pubblico nell'ottobre 2024" spiega El-Kady "e ora si sta procedendo verso l'apertura completa". Solo la struttura architettonica, progettata da uno studio irlandese, vale il viaggio: una geometria triangolare, tantissimo vetro e soprattutto grandi finestre che si affacciano sulle Piramidi di Giza. L'ingresso della galleria, sormontato da luci blu elettrico, è particolarmente suggestivo, mentre le gallerie aperte coprono la vita dell'antico Egitto dalla preistoria e dalle prime dinastie fino al periodo tardo. I visitatori aspettano con trepidazione l'apertura della sala dedicata a Tutankhamon, il più famoso faraone dell'antico Egitto.

Grand Egyptian Museum, Il Cairo, Egitto - foto Ente del Turismo Egiziano
Grand Egyptian Museum, Il Cairo, Egitto - foto Ente del Turismo Egiziano

Un'altra novità che coinvolge la capitale egiziana riguarda un itinerario sacro. "L'arrivo di Gesù Cristo e della Sacra Famiglia in Egitto figura tra gli eventi storici più importanti avvenuti sul nostro territorio" continua El-Kady "e a questo fatto abbiamo voluto dedicare un percorso che unisse tutti i luoghi toccati da Maria, Giuseppe e Gesù. A quel tempo esistevano tre vie per viaggiare dalla Palestina in Egitto, ma la Sacra Famiglia, fuggendo dalla persecuzione del re Erode, decise per un percorso diverso, citato nei libri sacri Copti". L'obiettivo è quello di rafforzare il “turismo spirituale” e di mettere in luce la storia cristiana del Paese. "Abbiamo rinnovato questi luoghi sacri, arricchendoli di elementi paesaggistici, illuminazione e segnaletica, migliorando le strade di accesso e sviluppando strutture ricettive lungo il percorso".

L'itinerario, costellato di grotte dove sostò la famiglia, sorgenti fatte scaturire da Gesù e monasteri costruiti nei secoli successivi, parte dal Sinai, in particolare da El Zaranik, da Basta e Farma; poi si dirige verso il villaggio di Mostorod, a 10 chilometri dal Cairo, dove la Vergine Maria fece il bagno e Gesù fece nascere una sorgente esistente ancora oggi; da qui passò a Wadi El Natrum, nel delta del Nilo, e poi a Aid Shams e El Mataria, dove la famiglia si riposò all'ombra di un sicomoro conosciuto oggi con il nome di Albero di Maria. La Famiglia si diresse poi verso il Cairo, dove oggi si trovano numerose antiche chiese cristiane; la Chiesa di San Sergio racchiude la grotta dove si rifugiò la Sacra Famiglia. Procedendo verso sud, i tre attraversarono la zona di El Maadi (dove ancora si venera la scala di pietra usata nella sua discesa alla riva del Nilo), giunse a Deil El Garnus e Jabal al Tair, dove oggi sorgono molte chiese e monasteri, tra cui il Monastero della Sacra Vergine con la sua grotta. Nella zona del Monte Kuskam si trova il monastero di Al Muharrak, chiamata la seconda Betlemme: qui la Sacra Famiglia rimase per ben sei mesi. Altri luoghi ancora toccò sulla via del ritorno.

La grotta presso il Monastero della Vergine Maria a Jabal al-Tair - foto Ente del Turismo Egiziano
L'interno di un monastero copto - foto Ente del Turismo Egiziano

L'ultima novità che ci racconta Arm El-Kady è legata a un altro luogo sacro, il Monastero di Santa Caterina nei Sinai, risalente al VI secolo. "Patrimonio Unesco, è dedicato a santa Caterina d'Alessandria ed è il più antico monastero cristiano ancora esistente" racconta il direttore "e sorge alle pendici del monte Horeb dove, secondo la tradizione, Mosè avrebbe parlato con Dio nell'episodio biblico del roveto ardente e dove egli ricevette i comandamenti". La novità è tutta nello sviluppo dell'area adiacente, dove sono in via di costruzione nuove infrastrutture, hotel e centri di accoglienza per i fedeli cristiani, ebrei e islamici. "L'obiettivo anche in questo caso è di riportare alla sua grandezza il Monastero, rendendolo una grande attrazione spirituale".

Monastero di Santa Caterina, Monte Sinai, Egitto - foto Ente del Turismo Egiziano
Monastero di Santa Caterina, Monte Sinai, Egitto - foto Ente del Turismo Egiziano
Monte Sinai, Egitto - foto Ente del Turismo Egiziano

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