Quando pensi all’Oman pensi ai toni dell’ocra, le infinite sfumature della roccia e del deserto. Oppure all’azzurro del suo mare. Eppure il territorio omanita è anche in parte verde e montuoso, specie nella zona del Jabal Akhdar, massiccio appartenente alla catena montuosa dei Monti Ḥajar che si estende a un centinaio di chilometri di distanza dalla costa del Golfo di Oman e arriva a oltrepassa i tremila metri con la vetta del Ǧabal Sham, che tocca i 3.075 metri. In primavera la Jabal Akhdar, che è conosciuta anche come la montagna verde dell’Oman, si tinge di rosa e diventa uno spettacolo di odori e di colori.
Merito della fioritura della rosa damascena, una specie tipica assai diffusa nella regione arabica che cresce a meraviglia nei terrazzamenti che coprono le pendici del massiccio. Per secoli considerata simbolo di bellezza e amore, la rosa damascena, conosciuta anche come rosa di Castiglia, è un ibrido che cresce in forma di arbusti alti fino a due metri che non si trovano in forma selvatica, ma solo in campi coltivati, e fanno parte della vita quotidiana degli abitanti della regione. Le rose che fioriscono in questa stagione vengono utilizzate dalle popolazioni per la produzione dell’attar, la famosa acqua di rose omanita, che spesso viene utilizzata come condimento in cucina, specie per insaporire la carne, oppure viene aggiunta nel caffè e nei dolci. Non solo, è considerata anche uno degli elisir di bellezza per la pelle, e viene utilizzata anche come ottimo rimedio omeopatico per curare emicrania e disturbi di stomaco. Anche se l’uso più diffuso è senza dubbio l’utilizzo nella profumazione degli ambienti. In Oman l’acqua di rose viene ancora ottenuta tramite un processo di distillazione tradizionale: i petali di rosa vengono posti in grandi recipienti, borma, e messi a scaldare sulle braci per ottenerne l’essenza.