

La cornice che ha ospitato l’evento è quella di IT.A.CA, festival del turismo responsabile che propone un sottotitolo di grande attualità: “Migranti e viaggiatori”. L’iniziativa, come ha raccontato Chiara Rabbiosi, ricercatrice CAST e moderatrice dell’incontro, è stata premiata dall’Organizzazione mondiale del Turismo per eccellenza e innovazione.
Del resto i temi di IT.A.CA sono legati al turismo scolastico: Matteo Montebelli, del Centro Studi del Touring Club Italiano, ha ricordato come l’inclusione sociale sia stata una delle finalità principali che hanno spinto il Touring, nel lontano 1913, a “inventare” nel nostro Paese i viaggi di istruzione, che chiaramente avevano anche l’obiettivo di integrare i programmi scolastici in aula e di far vivere esperienze di viaggio ai giovani. Molto però è cambiato in oltre un secolo e oggi le gite scontano ancora gli effetti della crisi economica, del cambiamento delle abitudini dei giovani nonché di una certa demotivazione dei docenti: numero di studenti in viaggio e fatturato sono infatti drasticamente diminuiti negli ultimi dieci anni.
Simone Luchessa, responsabile di Didatour, operatore specializzato nella promozione di sevizi per il turismo scolastico, ha confermato la dinamica negativa del medio periodo ma segnala un primo, timido segnale di ripresa. Chiaramente i territori che riescono meglio a competere in questa situazione profondamente mutata sono quelli che credono nel turismo scolastico – come nel caso del Trentino che ha fatto un buon lavoro di valorizzazione dei luoghi della Prima Guerra Mondiale o della Basilicata, in funzione della visibilità di Matera, Capitale Europea della Cultura 2019 – e gli operatori che hanno maggior successo sono quelli che “rompono gli schemi” uscendo dalle solite destinazioni-cartolina e offrendo esperienze più che visite.
È la sensazione condivisa anche da Andrea Quadrifoglio, responsabile commerciale della cooperativa Atlantide e di Giratlantide Viaggi, specializzata in servizi ambientali: per continuare a essere competitivi occorre proporre alle scuole attività innovative e coinvolgenti, anche se spesso la vera barriera è rappresentata da un processo burocratico molto standardizzato e rigido che premia paradossalmente le proposte più tradizionali e quelle economicamente al ribasso, a detrimento della qualità. L’unica via per poter recuperare un vantaggio competitivo e una visibilità all’interno delle scuole è coinvolgerle in progetti più ampi (formazione in aula e corsi di aggiornamento per gli insegnanti) in modo che il viaggio di istruzione rappresenti non un’iniziativa isolata ma il completamento di un percorso più ampio.
L'INSEGNANTE DEL TEMPO E L'INSEGNANTE DELLO SPAZIO
Dino Gavinelli, professore ordinario di Geografia e presidente della Scuola di Scienze della Mediazione linguistica e culturale dell’Università degli Studi di Milano, ha sottolineato come la difficoltà nell’attualizzare il ruolo della gita nella scuola italiana muova dall’approccio della scuola stessa: per tradizione e cultura prevale “l’insegnante del tempo” rispetto a quello “dello spazio”, laddove lo spazio è sempre ricondotto a una narrazione, oggi mediata attraverso Internet e i social media, e alla costruzione di una percezione spesso distorta. La gita, dunque, come approccio diretto al territorio, ai suoi luoghi e ai suoi abitanti è spesso un esercizio complesso per docenti e ragazzi.
Non nasconde le difficoltà di organizzare e gestire oggi una gita scolastica che abbia un senso profondo la professoressa Teresa Indellicati del Liceo Classico Morgagni di Forlì: l’istituto da qualche anno ha standardizzato il programma delle gite identificando, per ogni singolo anno e per il livello di maturità dei ragazzi, le destinazioni più coerenti con la loro età e con i contenuti affrontati in classe che chiaramente privilegiano i luoghi della classicità greca e romana. L’istituto è anche coinvolto in un percorso di rilettura e “risignificazione” del grande patrimonio razionalista di epoca fascista della città di Forlì, patrimonio certamente dissonante ma che va studiato e spiegato ai ragazzi. Questa iniziativa è parte integrante del progetto europeo Atrium - Architecture of Totalitarian Regimes in Europe’s Urban Memory di cui il Comune di Forlì è capofila.
COSA PENSANO GLI STUDENTI
Infine, la visione degli studenti con la testimonianza di Erica Cicogna del Liceo Scientifico Serpieri di Rimini: la gita è per molti ragazzi ancora un momento importante, anche per consolidare i rapporti con i compagni di scuola ma soprattutto con i professori con i quali ci si può relazionare in modo diverso e più rilassato. Resta il fatto che spesso le destinazioni di viaggio – le città d’arte italiane o le capitali europee – non sempre incontrano le preferenze degli studenti, soprattutto per quanto riguarda le modalità: poca esperienzialità e tante visite guidate tradizionali. Inoltre, soprattutto per quanto riguarda la formazione tecnica e scientifica, manca effettivamente la possibilità di visitare luoghi della scienza o laboratori dove vedere dal vivo ciò che si studia a scuola.
Durante l’incontro, l’illustratrice Monica Gori ha realizzato una mappa concettuale con i temi-chiave emersi (nella foto sotto).
