
A Tokyo fioriscono i sakura, è tempo di hanabi... Due parole magiche, per ogni giapponese. Nessuna traduzione è all'altezza: dire che fioriscono i ciliegi e che è il momento di andare a vederli non rende l'idea di quella che per i giapponesi è una febbre, una malattia. Di più: un'epidemia che, alla faccia dell'uso massiccio delle mascherine, puntuale dilaga ogni anno all'inizio della primavera.
Chiamatela passione oppure ossessione, fatto sta che già sin dalla metà di marzo gli abitanti del paese nipponico cominciano ad affollare i parchi, a scrutare gli alberi con un interesse particolare, a chiedersi l'un l'altro se e dove hanno visto aprirsi i primi boccioli. Le stesse trasmissioni televisive informano sull'avanzamento del "fronte della fioritura", da sud ovest a nord est, in base alle previsioni di fioritura (sakura no kaikayosō) che dal 1951 fornisce l'Agenzia meteorologica giapponese. Sì, perché in un arcipelago che si estende per tremila chilometri i fiori sbocciano in momenti diversi, a seconda della latitudine, della varietà botanica, dell'andamento climatico. Il giorno di apertura (kaikabi) è definito quando almeno cinque o sei fiori si sono aperti su selezionati alberi campione (hyōhonboku), mentre la piena fioritura (mankaibi) è decretata quando sboccia l'80% dei fiori. A sud, per esempio, la fioritura avviene sin da metà marzo (ma a Okinawa già a gennaio), mentre all'estremo opposto, a Hokkaido, occorre attendere la fine di aprile.

Nel mezzo sta Tokyo, dove la "settimana aurea" delle grandi fioriture avviene in genere tra la fine di marzo e i primi di aprile, attirando folle enormi di giapponesi e di turisti. Non è soltanto l'occasione per scattare milioni di selfie: per tutti, questo è il momento in cui, sdraiandosi sotto le chiome bianche e rosa degli alberi o sedendosi su un telone di plastica a fare picnic, si pratica lo hanami (letteralmente "guardare i fiori"), la contemplazione dei fiori di ciliegio. Si tratta di un rito millenario, dalla valenza quasi religiosa: la delicatezza dei fiori e la loro effimera durata inducono a meditare sulla bellezza e la brevità della vita, ma anche su come questa possa sempre rinascere, in linea con la visione buddista del ciclo dell'esistenza.


Assai più di uno spettacolo, dunque, lo hanami unisce i giapponesi di ogni generazione, tanto che anche le ragazze del maxigruppo AKB48, idolatrato dai teenager nipponici per le sue melodie pop, possono cantare "Ogni volta che fioriscono i petali di fiore di ciliegio / Da qualche parte la campana di speranza risuona / Con la libertà del domani ci viene dato coraggio". Bisogna partecipare allo hanami almeno una volta per capire quanto nel 2020 per i giapponesi sia stata dura dovervi rinunciare, a causa dei divieti posti per il Covid. Bisogna parteciparvi per intuire il senso di profonda nostalgia (natsukashii) che lascia un ramo che il vento spoglia dei suoi petali.
Vero simbolo nazionale, il sakura o ciliegio giapponese (Prunus serrulata) è stato sfruttato anche come simbolo nazionalistico durante la seconda guerra mondiale, quando i kamikaze dipingevano un ramo fiorito sulla fusoliera dei loro aerei. Già nel periodo Edo esisteva in almeno 200 cultivar, incroci e cloni che in genere non portano frutti. Una delle varietà più famose e diffuse è oggi il ciliegio Yoshino (Prunus x yedoensis), che fu classificato nel 1901 da Jinzo Matsumura, famoso botanico giapponese discendente da una famiglia di samurai. Oltre all'hanami, esiste anche l'umemi, la contemplazione dei fiori di ume (Prunus mume), il pruno giapponese dai fiori bianchi, rosa o anche rossi. Pare che i giapponesi iniziarono la pratica di contemplare le fioriture proprio sotto alberi di ume, nell'VIII secolo, imitando i cinesi che lo facevano da tempo. Dal secolo successivo, tuttavia, prese il sopravvento l'osservazione dei sakura, documentata sin dall'812 d.C.: proprio grazie a questi dati ufficiali si può constatare che, a causa del cambiamento climatico, le fioriture degli ultimi anni sono state le più precoci degli ultimi dodici secoli.
DOVE VEDERE I CILIEGI IN FIORE A TOKYO
A Tokyo la fioritura dei ciliegi si ammira soprattutto in alcuni parchi e luoghi dove è stato piantato un numero particolarmente grande di piante. Sono i luoghi preferiti per celebrare lo hanami in compagnia, arrivando ore prima per accaparrarsi i posti migliori per fare picnic mangiando piatti speciali e bevendo sakè, suonando e ascoltando musica. A Tokyo ci si ritrova anche di sera per lo yozakura notturno, nei parchi dove vengono appese lanterne ai rami degli alberi.

Con i suoi mille sakura yoshino, la meta più frequentata è probabilmente il grande e centrale parco di Ueno, al cui interno si trovano anche alcuni dei musei e dei templi più importanti della capitale. Qui si può percorrere il famoso viale di 800 ciliegi che alla sera si illuminano alla luce delle lanterne appese ai loro rami. I primi ciliegi furono qui piantati nel XVII secolo dallo shogun Tokugawa lemitsu (noto anche per le persecuzioni anti cristiane raccontate da Martin Scorsese in Silence, il film tratto dal romanzo di Shusaku Endo), e poco dopo il celebre poeta Matsuo Basho li celebrò con un suo haiku.


Circa 730 ciliegi si trovano invece nel parco Yoyogi, che con la sua foresta di ben centomila alberi di ogni specie costituisce la terza area verde più grande di Tokyo, non lontano dalla frenetica Shibuya. A pagamento è l'ingresso sia nel Giardino nazionale di Shinjuku Gyoen, che vanta 1100 alberi di 70 varietà diverse di ciliegio, sia a Rikugien (il "giardino dei sei poemi", creato nel 1702 riproducendo 88 paesaggi descritti in poesie nipponiche), famoso per i ciliegi piangenti che la sera vengono illuminati.
Ma ci sono mete perfette anche alla periferia della capitale, dal parco Showa Kinen nel sobborgo occidentale di Tachikawa, al parco Ojima Komatsugawa, nel quartiere orientale di Edogawa, al parco Asukayama nella zona nord dove 650 ciliegi Yaezakura garantiscono una fioritura tardiva, sino a fine aprile (ci sarebbe da sbizzarrirsi sulle varietà di Yaezakura: Kanzan dai folti petali rosa scuro, Ichiyō rosa chiaro, Fugenzō dal bianco al rosa scuro, Shogetsu bianco, Kikuzakura detto "fiore di ciliegio crisantemo", e anche Yaebenishidare, un ciliegio piangente dai rami lunghi fino al suolo).

Lo hanami poi si può praticare anche sull'acqua. Per esempio andando su piccole barche lungo l'antico fossato di Chidorigafuchi che circonda e protegge il Palazzo imperiale, le cui acque sono quasi toccate dai rami dei suoi 170 ciliegi. Oppure navigando nelle tradizionali yakatabune sul fiume Sumida, sulle quali si può pranzare o cenare costeggiando il parco omonimo, in vista della vertiginosa torre Tokyo Skytree. Un altro corso d'acqua popolarissimo è poi quello dello stretto fiume Meguro: i ciliegi lungo entrambe le sue sponde formano per circa un chilometro una sorta di tunnel fiorito sopra l'acqua.

All'interno del parco di Ueno, infine, il ricchissimo Museo Nazionale di Tokyo (il museo nazionale più antico del Giappone, con una favolosa collezione di 120mila oggetti), offre molteplici testimonianze della secolare passione che i giapponesi hanno avuto per i fiori - di ciliegio e non solo -, dall'arte calligrafica ai dipinti su seta, dalle stampe ukiyo-e ai kimono ricamati con motivi primaverili. Fiori che spesso acquisiscono valenza simbolica, per esempio alludendo alla brevità delle vite dei samurai: ecco un ritratto del samurai Minamotono Yoshi'ie, che nell'XI secolo, piangendo la sorte dei compagni caduti in battaglia come petali di ciliegio, aveva composto versi tipo: "Pensavo / che il vento / non avrebbe superato la barriera / invece la strada / è coperta di sparsi fiori di ciliegio".

Singolare poi l'opera su carta colorata con cui un artista del periodo Edo, Sumiyoshi Gukei, rappresenta nel XVII secolo una scena dai Racconti di Ise, enigmatica opera letteraria di oltre mille anni fa: un principe dapprima compone versi sulla transitoria bellezza dei fiori di ciliegio, quindi con il suo attendente apre un barilotto di sake. Insomma, bene o male si tratta della stessa passione che oggi continua nelle decorazioni dei contenitori bento per il pranzo e nei piatti speciali da riporvi in vista del picnic sotto i ciliegi, nonché nei dolci mochi di riso avvolti in foglie di ciliegio in salamoia, nel delicato tè al sakura, nelle tante bevande di colore rigorosamente rosa.

INFORMAZIONI
- COME ARRIVARE. ANA (All Nippon Airways), la più grande compagnia aerea giapponese, che dal 2013 è stata ininterrottamente insignita da Skytrax del riconoscimento 5-star, dal dicembre 2024 vola non stop da Milano Malpensa a Tokyo Haneda tre volte la settimana (martedì, giovedì e domenica). L'aeromobile B787-9 da 215 posti (48 Business, 21 Premium Economy e 146 Economy) atterra a Tokyo Haneda, a soli 20 minuti dal centro di Tokyo, la mattina presto, consentendo di sfruttare al massimo la giornata.
- DA SAPERE. Altre info su Tokyo e il Giappone: www.gotokyo.org/it; www.japan.travel/it
- DA LEGGERE. È appena uscita la riedizione aggiornata della Guida Verde Touring Giappone, scritta da esperti del Paese e corredata dai percorsi d'autore di Laura Imai Messina. La puoi trovare in tutte le librerie, nei Punti Touring e, scontata, online sul nostro store.