
Fotografare e riprendere, selezionare, modificare, condividere sui social senza soluzione di continuità. Ma non tutto è perduto, se è vero che sono sempre di più le persone che agli schermi preferiscono i cieli bui, l'aria tersa, in luoghi remoti dove abbandonarsi all’osservazione dei fenomeni astronomici, lasciando andare lo sguardo e l’immaginazione.
Il gesto poetico e romantico di perdersi in un mare di stelle è un’esperienza in cui si intrecciano astronomia e astrologia, credenze popolari e scoperte scientifiche. Un’esperienza sempre meno ordinaria purtroppo, perché gli spot per ammirare i fenomeni celesti sono sempre meno: l’inquinamento luminoso sul pianeta cresce in media del 10% ogni anno e per circa l’80% della popolazione mondiale le stelle da quaggiù sono poco visibili.
Non si fatica a credere che siano sempre più richiesti viaggi in cui poter per vivere notti stellate e silenziose, in cui cogliere l’attimo durante fenomeni memorabili come le eclissi solari e lunari, piogge di stelle o aurore boreali. Gli anglosassoni chiamano questo nuovo trend turistico StarGazing, che da noi si declina in Astroturismo.

Che l'astroturismo si stia affermando come una delle principali tendenze di viaggio del 2025 lo afferma un gigante come Booking.com, secondo cui nell’ultimo anno, due terzi degli utenti della piattaforma (62%) danno priorità a destinazioni dai cieli più bui, specificando la voglia di esperienze di "starbathing" in luoghi dove si può partecipare a esplorazioni guidate o a vere e proprie cacce a fenomeni come le aurore boreali, eclissi e piogge di meteore.
Dai gestori del motore di ricerca per voli aerei Skyscanner si evidenzia invece come l’astroturismo faccia breccia tra giovani e giovanissimi in cerca di nuove connessioni con mondi lontani e con se stessi; così il 44% delle persone di età compresa tra 25 e 34 anni sarebbe interessato a usare l'astrologia per pianificare il prossimo viaggio.

Ad avvalorare il fenomeno del turismo astronomico è anche il quotidiano economico britannico The Economic Times, che spiega sia come i “dark sky tours” siano sempre più cercati da chi viaggia nei parchi degli Stati Uniti, tutelati da severe norme per contenere l’inquinamento luminoso, e anche che si prospetta un mercato in crescita evidente nelle destinazioni remote del medio-oriente.
Libri, riviste e giornali internazionali stanno già cavalcando il fenomeno dello Star Gazing. Lonely Planet ha pubblicato la guida ai “Cieli Stellati”, sulla rivista francese Ciel & Espace si trova invece una “Carta del Cielo notturno” con i migliori luoghi dove ammirare la volta celeste, mentre sono sempre più promossi villaggi a “5 Stelle” in cui le luci artificiali sono ridotte allo stretto necessario. National Geographic, nella sua versione britannica, ha postato una “Guida pratica per Star Gazers” ; vademecum ragionato su come vestirsi, dove appostarsi, come comportarsi mentre si osserva la volta celeste, oltre a un elenco delle destinazioni migliori del mondo per cercare notti che più nere non si può. Tra gli altri, il deserto cileno di Atacama (nella foto in copertina), la Namibia e la Papua Nuova Guinea, i parchi nazionali del nord America, i deserti australiani, la Giordania, il Sudafrica e ovviamente il Circolo Polare Artico.

Anche in Italia, sebbene di luce ne rimane moltissima anche di notte (siamo in tanti e abitiamo parecchio vicini) ci sono molte occasioni per contemplare il cosmo e i suoi fenomeni. Siamo nella patria di Galileo no? Molti sono gli osservatori che portano avanti attività di ricerca e divulgazione e vale la pena citare anche una associazione come Astronomitaly, rete dedicata al Turismo Astronomico in cui operatori del turismo, del territorio e dell’astronomia lavorano per portarci a osservare la volta stellata, dietro casa come dall’altra parte del mondo. Se la sono inventata dei giovanissimi appassionati del cosmo, tutti under 30.
