Questo racconto del prete e giornalista Filippo di Giacomo è uno degli articoli sul tema "Giubileo 2025”. 

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A metà dell’Ottocento, Flaubert scriveva con assoluta certezza che «Dio è nei dettagli». Ne sembra convinto anche Papa Francesco visto che la bolla Spes non confundit con la quale ha indetto l’Anno Santo del 2025 è disseminata di dettagli molto più interessanti dell’inevitabile e devoto "spiegone" che regge forma e sostanza del documento papale promulgato il 9 maggio 2024.

Il primo dettaglio: l’Anno Santo cattolico? Roma e il Papa c’entrano poco o niente. L’idea è nata dallo zelo apostolico di San Francesco. Il Poverello, una notte dell’anno 1216, è immerso nella preghiera presso la Porziuncola quando nella piccola chiesa dilaga all’improvviso una luce vivissima. Sopra l’altare vede il Cristo e sua Madre circondati da una moltitudine di angeli e riceve una promessa: chi visiterà la Porziuncola dal mezzogiorno del primo agosto fino alla notte del 2 otterrà l’indulgenza plenaria. Questa, fino ad allora, era prevista dalle leggi della Chiesa soltanto per coloro che «confessati e contriti, siano assolti da tutti i loro peccati, da colpa e da pena, in cielo e in terra, dal dì del battesimo infino al dì e all’ora ch’entrerà a Gerusalemme nella Chiesa del Santo Sepolcro», possibilmente dopo aver guerreggiato, saccheggiato e occupato terre altrui come crociato. 

Ascoltato il racconto della visione di Francesco, Papa Onorio III concesse quanto gli veniva richiesto. Nel 1220 divenne luogo giubilare anche la Cattedrale di Canterbury e nel 1294, solo per i giorni 28 e 29 agosto di ogni anno, Celestino V istituì la “Perdonanza” di Collemaggio a L’Aquila

Nel 2015 Papa Francesco ha dato inizio all’Anno Santo straordinario dedicato alla Misericordia aprendo la porta della Cattedrale di Bangui, nella Repubblica Centrafricana. Inoltre, la Misericordiae Vultus, la bolla di indizione di quell’Anno Santo straordinario trasformava in “porte della misericordia” cattedrali e santuari del mondo cattolico: si parlò di circa 20mila chiese dedicate all’ottenimento dell’indulgenza.

Aver iniziato l’Anno Santo del 2015-2016 in un Paese in guerra, mal connesso e aprendo una porta fatta di semplici listelli di legno aveva un forte significato, non esclusivamente simbolico. Un’esperienza che come ulteriore dettaglio, neppure troppo nascosto, si fa presente nel documento papale del 2025 e consiste proprio in una sorta di scelta glocal: valorizzare quanto esiste di proprio e di particolare nei luoghi e nelle culture dove vivono i cattolici di oggi.

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IN CAMMINO, DA "ROMA VERSO TUTTI"

Non più “tutti verso Roma”, ma “Roma verso tutti”. Lo dice il decreto della Penitenzieria Apostolica quando indica i luoghi dove è possibile guadagnare l’indulgenza. Tanto per limitarci a Roma, oltre alle tradizionali quattro Basiliche papali, sono chiese giubilari S. Croce in Gerusalemme, S. Lorenzo al Verano, S. Sebastiano, le “sette chiese” del Cammino di San Filippo Neri, il Divino Amore, S. Spirito in Sassia, S. Paolo alle Tre Fontane, tutte le Catacombe cristiane, le chiese dell’Iter Europaeum (le 26 chiese nazionali degli Stati Ue), le chiese dedicate alle Donne Patrone d’Europa e Dottori della Chiesa.

Sulla mappa della nostra penisola sono presenti oltre 31.500 chiese. Non tutte degne di nota dal punto di vista dell’architettura, ma la maggior parte di esse è spettacolare e colma di capolavori. A prescindere dagli aspetti religiosi, sono una parte importante dell’Italia che ancora vediamo oggi, il Paese della Bellezza. Dal Sacro Monte di Varallo al Santuario di S. Antonio di Padova, dalla Santa Casa di Loreto al Santuario di Pompei, dalla Basilica di S. Ambrogio a Milano alle chiese abbaziali, ai santuari di montagna e a quelli urbani sono tutti luoghi di preghiera e cultura. E anche tappe di un affascinante viaggio nel tempo e nella storia.

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La riscoperta degli antichi Cammini (in Italia ne sono stati recensiti 136 e nel 2023 sono stati percorsi da più di 100mila persone) può essere un formidabile strumento di alfabetizzazione ambientale. In realtà, il numero dei “camminanti” si basa sulle credenziali richieste, che attestano il percorso, ma sono soltanto il 76 per cento i fruitori che richiedono il documento testimoniale. Invogliare la gente ad andare a chiedere l’indulgenza in un luogo poco conosciuto, ma molto adatto a ritrovarsi e provare a parlare con Dio sembra faccia bene anche al rilancio di un territorio e dunque anche alle finanze.

Ogni anno sono circa 6 milioni gli italiani che visitano i nostri santuari. Sono adulti, ma non anziani (il 42% ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni) e il 76% dichiara di farlo, oltre che per motivi religiosi, per scoprire le ricchezze del patrimonio artistico e culturale e per il desiderio di vedere posti nuovi. Scrive ancora Papa Francesco nella sua bolla, «passare da una città all’altra nella contemplazione del creato e delle opere d’arte permetterà di fare tesoro di esperienze e culture differenti, per portare dentro di sé la bellezza che, armonizzata dalla preghiera, conduce a ringraziare Dio per le meraviglie da Lui compiute».  Per essere santi basta essere umani.

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