Seconda gazzella a destra, questo è il cammino. Ma potrebbero essere anche un orice o un dromedario a indicarmi la strada: uno dei tanti animali selvatici che abitano questo lembo di deserto orlato di palme, il quarto per estensione e il più settentrionale di tutti e sette gli Emirati Arabi Uniti.

Si chiama RAK, o meglio Ras Al Khaimah, che in italiano suona più o meno come “il promontorio della tenda”, ed è tra i primi Paesi in tutto il Medio Oriente a puntare sulla sostenibilità, tanto da aver già vinto nel 2023 il certificato Silver di EarthCheck come Sustainable Destination.

Confinante con l’Oman e circondato dalle vette dei monti Al-Ḥajar (“la pietra”) ma anche con Umm Al Quwain, Sharjah e Fujairah, è prossimo alla penisola che domina lo strategico stretto di Hormuz ed è l’emirato più estremo e insieme più verde e rigoglioso. Qui più che altrove negli Emirati Arabi Uniti (UAE), la natura conta e fa i conti con il futuro già presente di una destinazione che sceglie di valorizzare territorio, storia e cultura per proporsi come oasi alternativa e naturalistica alle vicine e ben più rinomate città-stato di Abu Dhabi e Dubai.

Un'oasi a Ras Al Khaimah
Un'oasi a Ras Al Khaimah - foto Rak Tourism

Se quest’ultime sono oggi il sogno realizzato di emiri e sceicchi di generazione Boomers e X, RAK è la frontiera dei millennials e della Gen Z che aspirano sì una vita e servizi a cinque stelle, purché in continuità rispettosa dell’ambiente. Il quale, a RAK, regala un’inedita combinazione di dune sabbiose, mare e montagne… da scalare, sorvolare in mongolfiera o con l’adrenalinica zipline più lunga del mondo sul monte Jebel Jais, alto ben 1934 metri, nell’area del Jais Adventure Park.

Jebel Jais, Ras Al Khaimah
Jebel Jais, Ras Al Khaimah - foto RAK Tourism

TRA TERRA E CIELO

Ed è da qui, da questa vertiginosa altitudine, che mi lancio e volo per quasi tre chilometri, raggiungendo addirittura i 150 km orari di velocità! Sotto di me e la mia pancia si spalanca la distesa di rocce e uadi, ovvero i letti dei torrenti in seccadove da tutto il mondo arrivano per i corsi di sopravvivenza al Bear Grylls Explorers Camp o per dormire outdoor nel glamping Camp 1770, dove i fuoristrada, le corde e le scarpe da camminata o arrampicata sono all'ordine del giorno - ma anche un hobby raro da queste parti; sopra di me e le mie spalle imbragate al cavo sospeso nel vuoto, il cielo è caldo e appiccicoso, le nuvole si impastano di sabbia e sale.

Del resto, le dune non sono così lontane, né lo sono le onde: RAK distilla, in un territorio di soli 373 chilometri quadrati, paesaggi e nature a contrasto, eppure incredibilmente docili, domati. L’orizzonte, in quest’emirato periferico, non è piatto, né lo è la sua terra che preserva e restituisce storia (vanta oltre 1000 tra siti archeologici e luoghi di rilevanza), cultura, tradizioni. 

La zipline del Jais Adventure Park
La zipline del Jais Adventure Park, Ras Al Khaimah - foto RAK Tourism

LA PERLA ARABA

A cominciare dalla pesca e coltivazione delle perle. Anzi a proseguire, perché l’arte delle ostriche si praticava a Ras Al Khaimah già nel dodicesimo secolo e fino al ventesimo secolo quando si è arresa al più redditizio petrolio.

Nel 2005 Abdulla Al Suwaidi, discendente della più grande e ricca famiglia di pescatori e coltivatori, ha aperto Suwaidi Pearls, oggi l’unica realtà in tutti gli UAE che raccoglie e commercializza le cosiddette “perle del Golfo”. Sono ancora pescate secondo l’uso tradizionale, e poi “inseminate” a mano, una ad una. Accanto alla sua farm, ha ideato un laboratorio galleggiante in laguna dove i visitatori possono imparare storia e tecnicapranzare e sperimentare la vita a pelo d’acqua nel vecchio villaggio di pescatori di Al Rams, prima di raggiungere le spiagge e i beach club deluxe della costa e di Marjan Island.

Suwaidi Pearls, Ras al Khaimah
Suwaidi Pearls, Ras al Khaimah - foto Federica Brunini
Suwaidi Pearls
Suwaidi Pearls, Ras al Khaimah - foto Federica Brunini

A CENA NEL DESERTO

Ma è il deserto che mi sorprende e mi prende il cuore. Perché è un deserto affollato: di animali - falchi, civette, gazzelle, dromedari, orici che scorrazzano liberi -, ma anche di candele, musica e balli folk e prelibatezze locali sotto le stelle.

Nella riserva naturale di Al Wadi, c’è spazio per tutti e per tutto: per la fauna locale e per i ranger che se ne prendono cura, ma anche per un’esperienza unica come quella del Sonara Camp, una installazione artistica, palcoscenico, ristorante open air. Insomma, un lussuoso santuario tra le dune per sentire l’energia magmatica del deserto sotto i piedi scalzi e danzare nella sabbia che, al tramonto, diventa prima arancio, poi dorate, infine pervinca. E poi sprofonda nel buio della notte, nel silenzio pieno di una distesa vuota.

Le mille luci di Dubai sono a un’ora di autostrada. E meno male. 

Il deserto di Ras Al Khaimah
Il deserto di Ras Al Khaimah - foto RAK Tourism
Il deserto di Ras Al Khaimah
Il deserto di Ras Al Khaimah - foto RAK Tourism

INFORMAZIONI

Governata dallo sceicco Saud bin Saqr Al Qasimi, Ras Al Khaimah è uno tra i Paesi politicamente ed economicamente più stabili, oltre che sicuro. Dal 2010 in avanti, cioè da quando lo sceicco è subentrato a suo padre, RAK ha investito le sue risorse nell’attrazione di un turismo internazionale, dotandosi di infrastrutture e hotel certificati ecogreen, e creando nuovi poli culturali. La sostenibilità è al centro del piano di sviluppo.

La compagnia low cost AirArabia collega l’aeroporto di Bergamo Orio al Serio con Sharjah, nell’omonimo emirato: da lì, si raggiunge comodamente Ras Al Khaimah in poco più di mezz’ora di transfer in auto o van. In alternativa si può volare a Dubai e poi proseguire in auto per circa 50 minuti. 

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